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Santo Stefano, domenica 6 incontro per la pace in Ucraina. L’intervento dell’Anpi

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SANTO STEFANO TICINO Domenica 6 marzo si terrà a Santo Stefano, dalle 11 alle 12 in piazza Pertini, un presidio statico per la pace in Ucraina. Aderiscono il Comune e diverse altre associazioni. Pubblichiamo di seguito l’intervento dell’Anpi.
 

 

La guerra Russo-Ucraina ha sicuramente scatenato qualcosa nel subconscio di noi europei. Paure sopite si sono riaffacciate alimentate da qualche abbiamo studiato a scuola, visto nei film, ascoltato dai racconti di una generazione che ormai sta sparendo e che la guerra l’ha fatta davvero con il suo corollario di morte, rastrellamenti, odio, fame, bombardamenti.
Per questo come ANPI, cha da quella guerra ha cercato di prender il meglio, ci siamo subito allertati a tutti i livelli e nel nostro piccolo, a Santo Stefano Ticino, abbiamo organizzato un momento di testimonianza a favore della pace e della solidarietà a tutte le vittime della guerra senza distinzioni.

Come presidente della sezione locale sono molto contento delle numerose adesioni che annoverano moltissime associazioni, l’amministrazione comunale, i partiti politici presenti sul territorio.

Soprattutto perché questi ultimi hanno aderito in maniera unanime al di là delle tradizionali differenze. Segno questo di buona salute della nostra democrazia perché essi, con tutti i loro limiti ed errori, sono l’indispensabile forma che noi cittadini possiamo darci per partecipare ai meccanismi che reggono la nostra Repubblica.

Le analisi, le opinioni, le idee che ho sentito e letto in questi giorni sono molte e non sempre in assonanza e questo è un bene, dimostra che viviamo in una democrazia compiuta anche se migliorabile. Queste differenze di opinione segnalano che, al di là della contingenza, le ragioni non stanno mai tutte dalla stessa parte, sebbene non in egual misura e gravità.

Ha colpa senza se e senza ma Putin, che da anni dimostra la sua idea di democrazia, uccidendo e imprigionando gli avversari politici e chiunque dissenta dalla sua idea di realtà.
Non è senza colpe l’Ucraina che ha mal gestito la questione della guerra separatista della sua regione chiamata Donbass, come anche le derive neonaziste e razziste di alcune organizzazioni paramilitari che vi partecipano.

Non siamo senza colpa noi cosiddetti occidentali, che ancora una volta abbiamo ragionato col portafoglio. Che abbiamo fatto affari con Putin in nome del profitto, di fatto finanziando il suo regime di oligarchi, la sua idea di una Russia nazionalista, imperialista, il suo sogno neo-zarista. Che abbiamo chiuso un occhio sui morti in Donbass finché questo non si è avvicinato pericolosamente alle nostre vite ed ai nostri interessi.

Colpe condivise, sebbene diverse e di diversa gravità, cosicché la ricerca di un colpevole mi sembra, ancora una volta, vuoto esercizio di retorica, buono a lavarci le coscienze. Se una guerra scoppia siamo tutti in qualche modo colpevoli e le colpe dell’uno non giustificano quelle degli altri.

In quest’ottica la mia solidarietà va tanto all’oppresso e manipolato popolo russo che all’attaccato popolo ucraino, tutto il popolo ucraino, va ai profughi come a coloro che hanno deciso di rimanere e combattere.

E noi? E ora? Cosa possiamo fare noi che ci troviamo in queta piazza? Possiamo e dobbiamo fare qualcosa? Possiamo pressare il nostro governo perché applichi con sapienza l’arma economica delle sanzioni contro gli oligarchi e, per quanto possibile, non contro il popolo russo. Possiamo sostenerlo con la nostra disponibilità al sacrificio, perché anche noi avremo qualcosa da sacrificare, nella speranza che non siano vite umane. Possiamo sostenere i profughi che cercheranno rifugio anche in Italia. Possiamo inviare materiali e aiuti umanitari.

Questo possiamo fare oggi, in tempo di emergenza, ma non basta. Ispirandoci all’art. 11 della nostra Costituzione possiamo, anzi dobbiamo ripudiare la guerra, ora e soprattutto in tempo di pace. Perché è in tempo di pace che si costruisce la pace, vigilando e disinnescandone le premesse e le presunte giustificazioni.

Vorrei invocare la pace in russo ed ucraino perché entrambi usano la stessa parola: MIR MIR MIR.

Cristian Berra Presidente ANPI, sezione di Santo Stefano Ticino

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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