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#SANREMOSUTNDALDIVANO, e non solo.. Monica Mazzei intervista Giusy Ferreri (da Abbiategrasso…)

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SANREMO  L’eclettica artista gareggia al 72. Sanremo con un brano fuori dagli schemi: ‘un brano che è come una lama che sa di miele’. In arrivo il 18 febbraio anche ‘Cortometraggi’, l’album della consapevolezza. Assisteremo anche ad una cover di Battisti eseguita con Andy. 

Parlando della presentazione di ‘Miele’ sul palco, Giusy Ferreri ha raccontato:

“Quella del grammofono è stata una scelta molto mirata perché il brano è stato concepito con queste sonorità che rimandano ad un mondo retro’ e per questo motivo la voce all’inizio e nello special hanno la caratteristica di sembrar provenire da un grammofono. L’utilizzo del megafono nautico è praticamente lo strumento migliore per riprodurre questo tipo di effetto non amplificato e ho voluto amplificarlo direttamente così. Mi piaceva però anche come cornice stilistica per rimandare non solo al brano sanremese ma un po’ a tutto l’album ‘Cortometraggi’, un album che ha anche questo sapore cinematografico, ed il megafono è anche utilizzato dai registi e poi c’è ancora il grammofono fisico sul palco, che rimanda a queste atmosfere retro’. “.

“Nell’album ‘Cortometraggi’ infatti ci sarà anche un brano che vuole essere un omaggio a Fellini, un bellissimo brano intendo che ha scritto per me Diego Mancino. L’idea è di un album versatile che contiene come tanti piccoli film. Il megafono poi mi ricordava con ironia proprio un mondo felliniano”.

Sul ruolo del megafono nel brano e sul significato di ‘Miele’:

“Mi faceva molto sorridere il fatto che il brano ‘Miele’ partendo con dei ‘Tu no! Tu no!’, facesse pensare proprio ad un regista che in quel momento sta cercando di riprendere qualcuno che sta facendo qualcosa che non dovrebbe fare; e poi invece voleva essere un momento magico dello special del brano. È come un momento di rottura nel brano, per la protagonista che rimane straziata dall’assenza della persona amata. La scelta di vedermi con un brano diverso per me dal solito dipende dal fatto che nell’album ‘Cortometraggi’ doveva essere un po’ una chicca, ma al contempo con un testo semplice e diretto. Volevo raggiungere il pubblico in modo sobrio e senza concetti di un brano tradizionale e troppo impegnativo. Volevo però ricreare un distacco un po’ strano dal mio percorso di questi anni, che mi aveva vista protagonista con brani più pop e sobri e solari. È stato un primo esperimento con il team Takagi con Federica Abbate e Davide Petrella, con i quali abbiamo immaginato qualcosa di diverso, ma che riuscisse a mantenere un alone di orecchiabilita’. Soprattutto, per il palco di Sanremo volevo arrivare con un brano come avevo vissuto le edizioni degli anni precedenti. Nel 2011 era stato ‘Il mare immenso’ con atmosfere un po’ più rock, in quel tempo inaspettate; ‘Ti porto a cena con me’ una bellissima ballad più poetica e ‘Fa talmente Male’ un brano energico che anche allora portava la firma Takagi e Roberto Casalino. Anche qui c’era una venatura leggermente retro’ nella melodia dell’inciso dei ritornelli.
Per contro, ‘Miele’ mi è giunto come qualcosa che poteva risultare completamente nuova ma al contempo non troppo lontana da me”.

Sulle collaborazioni con gli autori:

“Con Federica Abbate abbiamo già condiviso in questi anni anche la collaborazione per i brani estivi. Sempre in collaborazione anche con Takagi e Ketra. Come dicevo prima non volevo portare a Sanremo un brano troppo impegnativo o tradizionale. Risulta un brano un po’ malinconico ma con un testo semplice, che va a riproporre anche le scene di una semplice vita quotidiana di una coppia, un frammento di vita dove molte coppie debbono a volte separarsi e a volte magicamente tornano insieme, se si tratta effettivamente di un grande e vero amore.
Il messaggio voleva essere molto semplice: Federica Abbate è molto brava sotto questo aspetto a scrivere dei testi che entrano subito con facilità all’ascoltatore ed al suo cuore”.

Sulla clip di ‘Miele’:

“Il video di ‘Miele’ rappresenta questi due aspetti della personalità della protagonista, la stessa persona con due parti di anima che si contraddistinguono, che in questo video fanno intravedere proprio la loro convivenza.
È qualcosa che riconosco in me da sempre. Oggi vivo questa mia dualità con un miglior approccio e maggiore consapevolezza. Ho trovato la mia armonia”.

A quale nuovo brano di ‘Cortometraggi’ è più legata?

“Sono molto legata a tutto questo nuovo album che sto per pubblicare, perché è concepito con una maggior consapevolezza di me e con una ricerca mirata. I brani che mi possono portare a sentirmi più fusa in essi sono in realtà veramente tanti. A ‘Miele’ sono legata per il suo fascino, la sua magia ed originalità. A molti altri sono legata perché esprimono dei concetti in modo molto elegante e per le loro sonorità. Prima ho avuto modo di curare il brano ispirato a Federico Fellini, ma poi c’è anche ‘La Forma del tuo Cuore’ molto introspettivo, con un modo leggermente più cupo e che porta la firma di Diego Mancino, esprime il concetto come quello del videoclip di ‘Miele’, di un’autoanalisi ed un’autocritica molto forti, che a volte ti possono portare all’esasperazione, per poi giungere all’accettazione finale di se. Marco Masini invece mi ha donato un bellissimo brano, ‘Il diritto di essere felice’. Poi c’è un altro brano, ‘Quello che abbiamo perso’. Li vedo un po’ come tanti piccoli frammenti, hanno sempre un qualcosa da raccontare, in modo molto intenso e mai banale. C’è ancora il brano ‘Cuore sparso’, con la firma di Giovanni Caccamo, un cuore identificato con la vita quotidiana e che attraversa la vita vicino ai famigliari, ma che ogni tanto è rapito da tutte le cose del mondo esterno, a volte dei drammi, a volte delle cose belle. È il nostro sentimento nei confronti della vita”.

La maternità e Sanremo…

“È il mio primo festival da mamma. La più grande emozione è sapere di mia famiglia a quattro anni e mezzo che restare sveglia per vedermi in tv, dimostrando che inizia a capire anche lei quel che sta succedendo. L’altra grande emozione è il privilegio di poterci essere su questo palco: mancavo da cinque anni. Ho aspettato un po’ perché questo è un progetto completamente nuovo. Sarebbe potuto uscire anche due anni prima, ma la pandemia ha rallentato i miei programmi. Ho finito per aspettare così tanto anche nella speranza che l’attività live non fosse più così ostacolata”.

Giusy si esibirà con Andy dei Bluvertigo anche con una cover di Battisti, ‘Io vivrò’…

“Oltre a ‘Miele’, per le cover ho scelto il brano di Lucio Battisti ‘Io vivrò’. L’ho scelto perché avevo in mente prima di tutto di omaggiare a Sanremo un brano prima di tutto italiano. Poi questo brano è molto intenso ed importante per la storia della musica italiana. È dotato di una vena malinconica ben presente ma diversa da ‘Miele’. L’ho scelto anche perché sono due approcci vocali diversi e volevo portare due sonorità completamente differenti. L’idea dell’ arrangiamento di ‘Io vivrò’ covava nella mia mente già da un po’: l’avevo immaginata con una atmosfera soft rock, ed infatti vi hanno lavorato i musicisti che di solito mi accompagnano nei tour live, come Enrico Bruno, che ha seguito anche la produzione di ‘Cortometraggi’. La scelta del grande Maestro Enrico Melozzi fa il resto per fondere la musica classica orchestrale con il rock. La scelta finale per l’apporto musicale è poi caduta subito su Andy (Bluvertigo), come artista molto completo e polistrumentista, con il quale siamo anche molto amici. Non lo immaginavo questo brano di Battisti con un approccio a duetto, infatti. Andy arriverà con la sua piattaforma musicale speciale: si creerà una miscela molto ricercata”.

‘Miele’:  brano di tutti.

“Ho pensato che ‘Miele’ fosse un brano che poteva raggiungere tutte le persone che hanno sofferto il distacco dalla persona amata. Mi viene da pensare anche alla pandemia, che avrà ostacolato proprio le coppie giovani che spesso vivono ancora di incertezza, ma da giovani possono nascere anche amori che poi ci si porta dietro tutta la vita. Mi ci ritrovo anche io, ed infatti una delle frasi che mi hanno affascinata di più è stata proprio quella con il riferimento alla lama che sa di miele… Perché l’amore può darci tanto ma quando comincia a farci male è come una lama che sa di miele”.

Sognando live all’estero…

“Mi piacerebbe molto con questo nuovo album puntare di nuovo anche all’estero, un album molto maturo, per cui di conseguenza contiene esattamente ciò che vorrei trasmettere sia a livello musicale che vocale, come pure a livello artistico ed umano.
Questo album è una sintesi di tutto il lavoro che è stato fatto negli anni precedenti.
È inoltre un album versatile è pieno di sfumature”.

A cura di Monica Mazzei
Freelance culturale
[email protected]

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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