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#Sanremodaldivano, il Festival visto da Emanuela Arcidiacono

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DAL DIVANO DI EMANUELA ARCIDIACONO – Finalmente il colore illumina la celebre scalinata del Teatro Ariston. Alberta Ferretti ha voluto creare l’immagine di una principessa moderna. Il rigore della prima serata, adatto alla sacralità del rito che si stava celebrando è stata sostituito dall’eleganza della gran sera. Uno spettacolo di varietà, come da sua definizione, dev’essere un momento ludico, fonte di distrazione, divertimento, gioia.

Ed i costumi, elementi iconografici, hanno il potere taumaturgico di far sognare. La scenografia imponente e mastodontica, futuristica ed argentea funge da cornice. Siamo finalmente giunti alla seconda serata, e l’emozione, travestita da tensione, lascia spazio all’energia, rendendo ancora più godibile il programma. Claudio Baglioni prosegue nel suo ruolo di padrone di casa super partes, dimostrandosi sempre più ‘confident’ anche nei panni di presentatore. Il connubio Hunziker-Favino sembra aver smussato gli angoli, trovando i giusti incastri. L’ingranaggio funziona, il Festival non è solo una kermesse musicale, ma un vero e proprio mostro sacro che credo possa terrorizzare chiunque, pertanto non posso immaginare con quale timore reverenziale si calchi quel palco. Ma aver scelto una strada tradizionale, non particolarmente inconsueta, reputo stia pagando. Ha garantito ascolti da record, oltre il 52% di share. Il pubblico in sala incalzato, ha rimarcato la fiducia nei confronti di Baglioni, sicuramente anche grazie alla sua eleganza ed educazione.

 

Essersi circondato di due professionisti di tale levatura, è stato un colpo da maestro. Michelle domina la scena grazie ad una capacità espressiva unica, valorizzata dalla sua naturale simpatia. Pierfrancesco, apparentemente rigoroso, stupisce ogni sera sempre più, recitando, cantando ed addirittura ballando. Il pubblico in totale visibilio ha assistito al suo declamare il Cinque Maggio sulle note di Despacito, terminando con un passo a due con Michelle. La seconda serata ha visto tra i primi ospiti colui che incarna l’essenza del Festival, Pippo Baudo, quell’uomo è il Festival, ed ha celebrato sul palco i cinquant’anni dalla propria prima presentazione. Sempiterno, unico, intramontabile, acclamato a gran voce dalla platea, dopo aver ricordato il proprio ruolo da pigmalione, ha reso omaggio, come si conviene alla sessantottesima edizione. I giovani del Volo, dopo la loro vittoria nel 2015, si sono guadagnati una meritata standing ovation avendo cantato divinamente NessunDorma ed avendo reso omaggio a Sergio Endrigo.

Il Duetto Baglioni Antonacci ha emozionato, il brano millegiorni di te e di me, cantato a squarciagola in sala e da casa, nella versione originale di Claudio ed arrangiata di Biagio è stata una rivelazione. Sting ha saputo rendere omaggio al nostro Paese sia cantando in italiano che citandone le eccellenze, con un Favino perfettamente english speaking, of course. Ci sarà qualcosa che quell’uomo non sappia fare?! Ma veniamo all’argomento clou della kermesse canora: le canzoni. Innanzitutto la serata è cominciata con una sospensione, in attesa di giudizio, del brano di Ermal Meta e Fabrizio Moro per un tentativo di plagio relativo ad una canzone presentata a SanREmo giovani tre anni fa. Tutti i brani in gara, riascoltati per la seconda volta, hanno avuto ancora più presa sul pubblico. Anche sugli artisti il timore del palco sembra svanito, tranne per i poveri Elio e le storie tese che hanno dovuto attendere alcuni minuti per l’esecuzione, Pippo Baudo si era impossessato del palco e loro hanno ingannato l’attesa con la morra cinese. Elegantissima Nina Zilli ha affascinato con la sua voce graffiante, il brano delle Vibrazioni, che hanno cantato per ultimi ieri sera, piace. Diodato e Roy Paci incantano per la loro delicatezza, Ornella Vanoni affascina, ed il testo della sua canzone resta scolpito nella mente di ciascuno.

 

 

 

 

 

 

 

Red Canzian sprigiona incredibile energia, apparendo quasi ringiovanito. Renzo Rubino canta in sostituzione del duo sospeso. Baglioni duetta da mattatore consumato, esibendosi nel suo celebre Piccolo Grande Amore con Francesca Leosini che sembra interrogarlo per un caso di cronaca, ed esegue la Vita è adesso con i ragazzi del Volo, rischiando di far esplodere il Teatro. Annalisa, penultima artista in gara, apparentemente uno scricciolo indifeso, ha grinta da vendere. E si termina con i Decibel, un Enrico Ruggeri che omaggia lo scomparso David Bowie, il celeberrimo Duca Bianco. Lo spettacolo è scivolato leggiadro tenendo gli spettatori incollati al teleschermo per oltre tre ore, trascorse rapidamente. Apparentemente un Festival in discesa, conferma di un successo inaspettato? Credo saranno ancora molte le sorprese che ci riserverà… E da Sanremo è tutto, a voi la linea.

Emanuela Arcidiacono

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