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#Sanremodaldivano, il Festival nel racconto di Emanuela Arcidiacono

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

DAL DIVANO DI EMANUELA ARCIDIACONO – Vivo con una tale sacralità il mio ruolo di inviata a San Remo, direttamente dal mio divano, da aver sempre visto il Festival nel mio salotto, in rigorosa solitudine, concentrazione e serietà.
Ma la svolta del 2018 sono i miei opinionisti.

Ogni serata, da quando ho l’onore di condividere emozioni ed opinioni con i miei lettori, ho ascoltato con attenzione i pareri degli amici, complici nella visione della kermesse canora, che inondano il mio cellulare di whatsapp e messaggi vocali, con impressioni, pareri, sensazioni.
Li ho sempre reputati i miei inviati virtuali.

Ma ospitare nel mio salotto  una delle amiche più care, guardare insieme la puntata, temevo mi distraesse. In realtà una presenza terza, così sagace ed intelligente, di cui amo il punto di vista, spesso così distante dal mio ma così vero ed azzeccato, è stato un vero valore aggiunto.
La terza serata del Festival di Sanremo da sempre è la più difficile, un percorso tutto in salita.

La prima puntata è quella dell’entusiasmo e dell’emotività ,della tensione, l’agitazione per l’inizio è comprensibile e spesso tangibile.

La seconda è quella in cui l’ingranaggio comincia lentamente a funzionare, in cui si ascoltano di nuovo i brani, e la melodia comincia a diventare familiare, non più sconosciuta, non più ascoltata per la prima volta e meno ostica.

La puntata del venerdì con i duetti è sempre così bella, e si commenta da sola.
Last but not the least abbiamo la finale, che incuriosisce ed entusiasma, altri commenti sono superflui.

Ma la terza, la terza puntata…..

Non ho avvertito momenti di stanchezza nei meravigliosi conduttori né del padrone di casa, Claudio Baglioni.

La presenza di mostri sacri della musica italiana come i Negramaro, che hanno eseguito una versione di Poster di ed insieme a Baglioni; Giorgia, così fragile e delicata, con un timbro di voce unico, insieme a James Taylor;  Gino Paoli e l’omaggio a De Andrè ( da genovese ha dichiarato che il Festival non è stato mai molto generoso con i liguri).

Insomma sono stati messi sul piatto tutti pezzi da novanta, gli assi nella manica di Claudio.
Virginia Raffaele dissacrante e sfrontata ha dato il via alla serata, rimarcando la non più giovane età del direttore artistico.

L’ironia di Baglioni ha dato l’ennesima prova di intelligenza.
Pierfrancesco Favino ha emulato Steve Jobs, nel suo perfetto english speaking, definendo Baglioni il proprio prodotto tecnologico!

Michelle, vestita dalla casa di moda dell’amatissimo consorte Tomaso Trussardi, non ha entusiasmato con i suoi look, tranne per l’ultimo, bellissimo abito rosa, dalla profonda scollatura sulla schiena con tulle ed applicazioni, indossato per un’intensa esibizione canora atta a parlare alle donne per le donne, un vero e proprio omaggio, perché la battaglia, come dice la presentatrice, va combattuta tutti insieme, uomini e donne per un futuro migliore.

Dal punto di vista delle canzoni, papabile l’emozione di Ermal Meta e Fabrizio Moro, riammessi dopo l’esclusione.
Graffiante la voce di Noemi.
Affascinante la performance dei the Kolors ed il loro Frida, a cui suggeriamo di prestare grande attenzione.
Mario Biondi, ultimo ad esibirsi, rimane un maestro indiscusso.
Gli Stato Sociale, con un motivetto accattivante, restano il papabile  ‘tormentone’ di questa edizione: lo diciamo dalla prima serata.
Che altro dire….Terminata la prima serata con il duetto canoro tra Claudio Santamaria e Claudia Pandolfi , non possiamo che vedere Sanremo come Broadway, dove i nostri attori dimostrano anche di saper cantare.
Abbiamo scollinato, come direbbe qualcuno ( chissà se questo Mio Opinionista si riconosce!).
Non ci resta che darci appuntamento alla prossima serata…..buonanotte!
E’ tardissimo, e anche domani…la Banca mi aspetta!!! 😉

Emanuela Arcidiacono

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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