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Sanità: la telemedicina a servizio dei nostri ospedali è realtà

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MAGENTA –  La telemedicina è un’innovativa soluzione di presenza remota introdotta per la prima volta in Italia e installata in un Ospedale pubblico, che permette di eseguire teleconsulti in tempo reale tra il medico e il paziente. Da qualche giorno è una realtà presso l’Ospedale Fornaroli di Magenta dove nel suo Pronto Soccorso è stata installata un’apparecchiatura con queste caratteristiche.

Stamani  Massimo Lombardo Direttore generale ASST Ovest Milanese, insieme a Giuseppe De Filippis Direttore sanitario ASST Ovest Milanese, Patrizia Perrone Direttore del Dipartimento di Neuroscienze ASST Ovest Milanese e Massimo Dello Russo responsabile  Pronto soccorso Ospedale di Magenta, hanno illustrato alla stampa le particolarità di questo teleconsulto in multipresenza che, oltre a salvare vite umane, può nel caso dell’ictus e di altre patologie di natura neurologica accorciare di gran lunga i tempi d’interventi e, quindi, limitare o annullare i danni permanenti nel paziente. Nel corso della presentazione svoltasi nell’aula “Biasioli”, è stato simulato anche un collegamento tra Magenta e la Stroke Unit di Legnano. 

“La nostra azienda – ha spiegato il DG Lombardo – è composta da quattro ospedali che partecipano alla rete di emergenza urgenza in modo diverso. Fare in modo che le tecnologie possano dialogare sul paziente è essenziale. Il PS di Magenta è un DEA  di primo livello. In particolare,  in così come un sospetto ictus il tempo di inizio delle terapie è determinante. Da qui la strategicità della telemedicina per portare collegare con i colleghi della Stroke Unit di Legnano”.

Attraverso questo “dialogo in rete” tra professionisti possono essere inviate immagini in tempo reale, e si può avviare il paziente al più presto verso un trattamento di tromobolisi. Come è noto, infatti, in letteratura scientifica su un paziente colpito da ictus, è fondamentale poter iniziare i trattamenti entro le quattro ore dall’insorgere dei primi sintomi, così da evitare danni irreparabili. “Già la scorsa settimana – ha rivelato Lombardo – una paziente qui a Magenta è stata trattata con questa tecnica. Adesso per fortuna sta bene”. 

“Così facendo – ha aggiunto il Direttore Sanitario De Filippis – è come se avessi lo specialista dinanzi al paziente.  Abbiamo formato i nostri neurologi alla telemedicina, ma è nostra intenzione allargare l’utilizzo di questo macchinario ad altre fattispecie. Si tratta, inoltre, di un percorso di umanizzazione. Pensiamo anche ai colloqui coi famigliari del paziente che possono avvenire attraverso immagini e non telefonicamente. Idem dicasi per la possibilità di consulti a distanza senza lo spostamento di pazienti”.

“Il farmaco trombolico – è entrata nel merito la dott.ssa Perrone – è un farmaco tempo dipendente, se assunto fuori dalle quattro ore è praticamente inutili”. A riguardo sono le statistiche a parlare. Dall’introduzione della terapia trombolitica si è passati dal 75% dei casi di pazienti con danni cerebrali o motori permanenti, al 65% di pazienti nel territorio della nostra ASST Ovest Milano che ha oggi una propria autonomia (il campione considerato è di 300 pazienti). 

Ora perciò il filo diretto con la Stroke Unit di Legnano diretta dalla dott.ssa Maria Vittoria Calloni sarà sempre garantito.

A Legnano si è partiti nel 2008 con la Stroke Unit, prima i pazienti venivano trasportati fisicamente là in ambulanza, con ritardi accumulati rispetto all’inizio del trattamento anche di due ore.  “Nel caso della paziente trattata in telemedicina, la scorsa settimana a Magenta, il tutto è stato possibile in soli 40 minuti”. Le applicazioni comunque, come detto, sono svariate. Pensiamo ai traumi cranici, ai tumori celebrali ma anche alla chirurgia plastico ricostruttiva per taluni interventi più complessi in cui è necessario non perdere tempo. 

Da ultimo il dottor Dello Russo, responsabile del PS del ‘Fornaroli’ ha spiegato che all’interno della struttura è attivo un protocollo rosso in caso di ictus.  Adesso all’interno del protocollo s’inserisce l’utilizzo della telemedicina. Un contributo concreto anche per diminuire i costi sociali collegati alle invalidità conseguenti a patologie neurologiche. foto 1foto 4 foto 3foto 5 (73)

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