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San Raffaele, gli studi aprono a cure su misura per i malati Covid

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MILANO – Aprono alla speranza di terapie personalizzate, su misura per particolari gruppi di pazienti, i due studi pubblicati su ‘Science’ che svelano le caratteristiche genetiche delle persone contagiate dal nuovo coronavirus in cui Covid-19 si manifesta in forme più gravi. Lo spiegano gli scienziati dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano, tra i centri del consorzio internazionale CovidHge (Covid Human Genetic Effort) a cui si deve la scoperta.

Dai due lavori emerge in sintesi che “più del 10% dei pazienti sani che si ammalano di una forma grave di Covid-19 possiedono anticorpi disfunzionali che attaccano il sistema immunitario invece del virus, rendendolo meno efficace nella lotta all’infezione. Mentre il 3,5% è portatore di una mutazione genetica predisponente. In entrambi i casi il problema sembra risiedere in una ridotta funzionalità dell’interferone di tipo I, che nel primo gruppo di pazienti viene neutralizzato dagli auto-anticorpi, mentre nel secondo viene prodotto in quantità ridotte a causa della mutazione genetica”. Il contributo del San Raffaele ha riguardato in particolare lo studio sugli auto-anticorpi, realizzato sui tessuti biologici di 987 malati gravi di Covid.
“L’approccio adottato dal consorzio ci permetterà di scavare sempre più a fondo nei meccanismi molecolari e genetici che spiegano le forme più gravi di Covid-19 e di suggerire soluzioni terapeutiche mirate per gruppi specifici di pazienti – afferma Alessandro Aiuti, vicedirettore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica (Sr-Tiget) e professore ordinario di Pediatria all’Università Vita-Salute San Raffaele, membro del comitato direttivo del consorzio. “Questo è solo il primo risultato, ma è già molto promettente”, assicura.

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