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Salvaggio-Minardi, nuova ‘coppia di fatto’ della politica magentina

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

 

MAGENTA – Sono sempre più frequenti le dichiarazioni e le prese di posizione congiunte di Enzo Salvaggio e Silvia Minardi, rispettivamente leader consigliare del Pd e portabandiera di un movimento civico, Progetto Magenta, che come tutte le liste civiche a distanza di 1 anno e mezzo dal voto ha il fiato corto e si percepisce sempre di meno in città. Ultimo episodio ieri, con la dichiarazione congiunta per protestare contro la foto augurale dell’Amministrazione Calati.

Il record man di preferenze, oltre 700, con la fu portabandiera della ‘politique politicienne’, passata dagli anni in Consiglio comunale nelle file del centrosinistra alla sconfitta alle primarie del 2012 che la videro soccombere (‘chez’ Paolo Razzano) al cospetto di Invernizzi.

Silvia Minardi non ha mai digerito quella sconfitta, e ci sta; non ci sta invece la NON accettazione del metodo brutale, ma democratico quindi pienamente legittimo, attorno a cui si muovono consenso e leadership. Due elementi che secondo noi difettano alla Minardi: alto il suo spessore professionale, ma pur se in doppia cifra il suo risultato alle Comunali 2017 certifica l’irriducibile iato tra lei e i numeri espressi dai blocchi tradizionali della politica magentina.

Prima di Canossa

E allora, il ragionamento ci sta tutto, perché non lavorare a un riavvicinamento tra chi fino a ieri si è duramente scontrato? Enzo Salvaggio, astutamente, non ha mai platealmente rotto con la Minardi, cucendo e ricucendo.

Quindi non è un caso che Luca Rondena e Giuliana Labria (una sorta di Richelieu di Progetto Magenta, unica vera simpatizzante della civica con indiscutibile spessore politico e capacità di elaborazione) siano stati recentemente visti confabulare assieme, in un notissimo bar di Magenta (lontano dal centro e dai palazzi della politica..).

Da un punto di vista strategico e numerico la costituenda coalizione di Pd e civismo che strizza l’occhio al centrosinistra ci sta tutta, ma non c’è alcuna bontà a nostro dire in un’azione che unisce formazioni antitetiche.

“I vecchi partiti, dalla Democrazia cristiana ai socialisti ai comunisti ai laici minori al Partito democratico, compresa l’esperienza di Berlusconi negli anni d’oro, ne hanno sbagliate moltissime, eppure avevano pratica e teoria, nelle curve della lotta politica feroce nei decenni, dell’unità sostanziale del Paese e del suo futuro. Le  nuove fazioni politiche mostrano nudi e crudi gli effetti della demagogia, che ha bisogno di sangue, di colpevoli, di urla nel buio della coscienza”, pontificava di recente Giuliano Ferrara. Con piena ragione.

Un eventuale ticket Salvaggio-Minardi cozzerebbe contro le ragioni sociali dei rispettivi partiti e movimenti: il Pd che si apre oltre i suoi confini che c’azzecca con chi, ad alta voce e sguaiatamente, ha predicato la necessità di superare i partiti stessi e la loro vetustà, salvo poi ritrovarsi in un angolino (politico) dal quale appare impossibile uscire, se non scendendo a patti con i fu nemici acerrimi del 2012, per quanto sotto una nuova veste?

Silvia Minardi secondo noi non ne ha azzeccata una, politicamente parlando. Perché manca, sempre a nostro dire, dell’ubi consistam tratteggiato magistralmente da un Califfo della Prima Repubblica, ossia Paolo Cirino Pomicino.

“Pensiero politico e coraggio sono, nell’ordine, i due ancoraggi per chi voglia davvero governare senza perdersi nella mera cura di grandi e piccoli interessi spesso inconfessabili. È inutile aggiungere che una politica degna di questo nome deve anche avere un dialogo serrato con il cosiddetto establishment del paese. Genuflettersi a esso, però, è il più alto tradimento che si possa fare alla democrazia e allo Stato”.

Dalla Nazione a Magenta, non cambia nulla di questo vibrante j’accuse alla politica senza orizzonti di oggi. Nella quale vediamo anche molto della potenziale operazione Salvaggio-Minardi. A cui non basterà una Canossa in viale Piemonte, ossia alla Ca del Boia. Perché chi ha rotto con la politique politicienne non può cavarsela con così poco….

Fabrizio Provera

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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