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Salute: una nuova strategia fa ben sperare per la cura del tumore al colon retto. Immunoterapia contro metastasi al fegato

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San Raffaele Milano, interferone alfa a basse dosi prima e dopo la chirurgia strategia promettente in test su animali Milano, 25 ott. (Adnkronos Salute) – Una nuova strategia immunoterapeutica a base di interferone alfa potrebbe prevenire le metastasi al fegato nei pazienti con tumore del colon retto. La speranza arriva da uno studio condotto da un team dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, coordinato da Giovanni Sitia, responsabile dell’Unità di ricerca in Epatologia sperimentale, in collaborazione con Luca Guidotti, vicedirettore scientifico dell’istituto e ordinario all’Università Vita-Salute San Raffaele. Il lavoro è pubblicato su ‘eLife’ ed è stato possibile anche grazie al contributo di Fondazione Airc per la ricerca sul cancro. L’interferone alfa è una molecola prodotta normalmente dal nostro organismo e ha una potente attività anticancro, sottolineano dal San Raffaele. I ricercatori lo hanno somministrato in basse dosi a modelli murini, nel periodo appena prima e durante l’intervento chirurgico per la rimozione del tumore al colon retto. Utilizzato in questo modo, il farmaco è stato in grado di stimolare le cellule endoteliali del fegato a costruire una barriera vascolare. Un ‘muro’ capace di limitare l’ingresso delle cellule tumorali nell’organo, prevenendo così la formazione di metastasi epatiche. L’azione è riconducibile “a molteplici meccanismi mediati dall’interferone alfa: inizialmente – spiega Sitia – il farmaco agisce costruendo delle vere e proprie barriere fisiche sulle cellule endoteliali che rivestono l’interno dei vasi sanguigni, impedendo preventivamente la colonizzazione e la crescita metastatica; in seguito favorisce la risposta immunitaria contro le metastasi da colon retto, conferendo protezione a lungo termine senza causare apparenti effetti collaterali”. “I nostri risultati – afferma lo specialista – forniscono a livello preclinico una prova incoraggiante dell’efficacia e della sicurezza della strategia” sperimentata. Ma “è ora necessario valutare con ulteriori studi – precisa – quali pazienti con tumori primitivi del colon retto potrebbero meglio beneficiare di questa terapia peri-operatoria e preparare la sperimentazione clinica che potrebbe cominciare tra qualche anno”.

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