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RSA Lombardia: “Importiamo gli abbracci”. Aprire ai contatti umani per vincere la depressione

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MILANO – Per Federica Trapletti, Emilio Didonè e Serena Bontempelli, delle segreterie pensionati SPI CGIL FNP CISL UIL UILP Lombardia, “rimane inopportuno e inaccettabile che le persone anziane ricoverate nelle Residenze sanitarie assistenziali per anziani, soprattutto quelle affette da demenza e/o Alzheimer, continuino ad essere private della presenza dei familiari e lasciate in totale solitudine. E’ dimostrato che tanti anziani muoiono per solitudine e abbandono”.

Anche con gli ultimi provvedimenti, così come per tutti quelli emanati durante la pandemia, “Regione Lombardia continua a scaricare responsabilità, dando carta bianca, alle direzioni sanitarie delle strutture residenziali Rsa e Rsd per quanto riguarda l’accesso dei parenti, in particolare del familiare principale, che continuano ad essere esclusi dalla visita, dalla cura e dall’accompagnamento del proprio caro.

 E mentre regione Lombardia ha deciso che l’accesso alle strutture delle unità di offerta residenziali della rete territoriale da parte di familiari e conoscenti degli utenti è vietata, salvo autorizzazione del responsabile medico, ovvero del Referente Covid 19 della struttura stessa (esempio: situazioni di fine vita), nel vicino Veneto ha debuttato la stanza degli abbracci per far visita e stringere i propri cari in Rsa. Al riguardo, gli ospiti della casa di riposo di Castelfranco Veneto possono tornare ad abbracciare i loro cari, che possono andare in visita nella struttura, dove sono stati allestiti 12 appositi spazi attrezzati con separatori e guanti in plastica, che consentono il contatto fisico con i familiari, oltre al dispositivo audio (con cuffie e microfono) per le conversazioni da sempre a disposizione”.

“Quindi, per impedire mesi di isolamento forzato agli ospiti anziani, senza possibilità di incontrare e soprattutto abbracciare i propri cari, si poteva e si può fare di più anche in regione Lombardia –  ribadiscono i sindacati dei pensionati. Basta con lo scarica barile, servono indicazioni chiare a tutte le Rsa, che vanno riadeguate, a partire dalla sicurezza, perché sia possibile ristabilire al più presto le visite dei familiari, con la possibilità anche di videochiamate. Il contatto con l’esterno, i familiari, i volontari è vitale per le persone avanti negli anni: è dimostrato che ne va della loro salute psichica e fisica”.  “Occorrono discontinuità e un forte  cambiamento di passo. Una situazione straordinaria si affronta con provvedimenti straordinari anche nelle Rsa”.

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