― pubblicità ―

Dall'archivio:

RSA lombarde in crisi (VIDEO): la denuncia di UNEBA, persi 200 milioni di euro

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

MILANO – Il settore RSA Lombardo ha 70.000 posti letto circa, oltre il 90 percento accreditato e a contratto con Regione Lombardia. Circa 700 enti che gestiscono questi servizi (solitamente in filiera con centri diurni ed assistenza domiciliare).
La maggior parte di questo enti sono Fondazioni, Onlus o Cooperative sociali.
La chiusura dei servizi ha portato in quest’anno una perdita economica di sistema di circa 200 milioni di euro.

https://www.facebook.com/confcooperativelombardia/videos/2641645762719072/?_cft_[0]=AZV9sUXT7x5EsNv0jKj5X-zPIMHiVStlJLKZktjOUl2gPo83jpeGrzsu0cxV6u2ATiIA1WDRh4Ov2z55XKBHKAC67nOG-JBr9vQr1SgxKJ5K5KWoGUpmqmKRGToOZyiy3z919G402wlzS4Wt2hsW05s1xDuaCSWvq34wR0w8JenPtbcfofROUML-vUIfpkqkxAEQi9z_0WRCiuEtmUDHm917&_tn_=%2CO%2CP-R

A causa di circa 2milioni di giornate in meno di presenza che si avranno nell’intero anno.
I dati di Regione dicono che nel primo semestre ci sono stati infatti poco meno di 1 milione di giornate di ricovero in meno rispetto all’anno precedente.
Di questi 200 milioni 80 sono fondo sanitario regionale, sul quale regione si sta impegnando a trovare la modalità di riconoscerlo, ma per ora non ha ancora identificato l’esatta modalità.
Mentre 120 milioni per mancati incassi di rette da ospiti, famiglie e/o comuni. Su questi ben sappiamo che il recupero totale sarà complessissimo.

Resta, però, una situazione rispetto alla quale il livello di personale delle strutture non è rimasto identico ma anzi si è potenziato e si sono avverati spesso casi di difficoltà di reperimento per fughe verso la sanità pubblica.
Poi resta il tema dell’aver gestito ospiti che hanno manifestato patologie non tipiche della cronicità bensì dell’acuzie senza poter essere trasferiti in ospedale. Ospiti a cui è stato dato, comunque, in struttura il giusto supporto farmacologico specialistico con una organizzazione igenico sanitaria completamente cambiata dalla pandemia. Su questo tema delle risorse sono aperti alcuni “cantieri” come ad esempio il riconoscimento, a carico parziale del Fondo Sanitario Regionale, degli aumenti contrattuali al personale (in analogia alla sanità privata) piuttosto che il riconoscimento della presa in carico dei soggetti portatori di infezione con una tariffa extra budget a carico del fondo sanitario regionale.
In ogni caso, resta fondamentale “attenzionare” Stato e Regione sul fatto che il dire di voler passare dalla attenzione alla acuzie verso la cronicità, piuttosto che dall’ospedale al territorio, necessita di risorse.
Evitando errori quali la recente normativa statale che ha finanziato l’assistenza domiciliare integrata (ADI) con una ipotesi di aumento della spesa per la sola ospedalita’ pubblica che in Lombardia, e non solo, eroga pochissima assistenza domiciliare.
In conclusione siamo davanti ad una situazione assai complessa, con la necessità che le regole di sistema si adeguino a una realtà nuova della tutela della salute della popolazione fragile e magari evidenziare che anche i recenti rapporti dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) manifestano che la letalita’ del Covid resta prevalente su questa popolazione (maschi 79enni e donne 84enni con più di due cronicità).
Popolazione per la quale ribadiamo l’opportunità che sia sempre e comunque oggetto di screening periodici; poiché certamente non determina grandi rischi infettivi per i terzi ma moltissimi rischi per la propria salute fisica.

 

*Avvocato Luca  Degani UNEBA LOMBARDIA

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi