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Rsa, Borghetti insiste: “Troppe strutture non applicano l’ordinanza che riapre alle visite: intervenga la Regione”

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MILANO – In occasione della discussione e votazione della Prima legge di revisione normativa ordinamentale 2021, tenutasi stamattina in consiglio regionale, Carlo Borghetti, consigliere regionale del Pd e vicepresidente d’Aula, è intervenuto facendo un appello alla Regione sul tema, ancora irrisolto, della riapertura delle visite nelle case di riposo.
“Chiedo al presidente Fontana e all’assessore al Welfare Moratti che Regione Lombardia vigili, attraverso le Ats, affinché tutte le Rsa applichino l’ordinanza dell’8 maggio del Ministro della Salute Roberto Speranza, che dispone le riaperture delle visite dei parenti ai propri cari ospiti nelle strutture residenziali Covid free – ha detto Borghetti –. Ogni giorno arrivano segnalazioni, anche da Milano, di case di riposo che continuano a comportarsi come se l’ordinanza non fosse in vigore, oppure consentono ai parenti di entrare ma limitando ancora le visite a distanza. O addirittura attraverso i plexiglas, in difformità da quanto previsto dall’ordinanza, che consente anche il contatto con l’ospite”.

Inoltre, il vicepresidente ha chiesto “alla Giunta di attivarsi attraverso la Conferenza Stato-Regioni affinché nella conversione in legge del decreto sull’obbligo vaccinale sia specificato che anche il personale di pulizia e delle mense deve essere vaccinato tutto come il personale sanitario e sociosanitario: è assurdo che si chieda ai parenti di entrare in Rsa solo se vaccinati o con tampone negativo, e nello stesso momento in quelle strutture risulta presente del personale che si è rifiutato di vaccinarsi. In particolare, il personale addetto alle pulizie è a contatto con gli ospiti addirittura più di molto personale sanitario o amministrativo”, ha sottolineato Borghetti.

 

“Infine, chiedo alla vicepresidente Moratti di attivarsi, così come già discusso su mia proposta in Commissione Sanità, affinché il tampone per i parenti che entrano in Rsa sia a carico del sistema pubblico e non certo pagato di tasca propria dai famigliari. A quando la delibera?”, ha concluso il consigliere Pd.

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