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Dall'archivio:

Rose e libri per rivoluzionare il mondo. Di Laura Giulia D’Orso

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

I recenti risultati dei test Ocse-Pisa hanno valutato le competenze di lettura di studenti di 80 Paesi nel mondo e gli esiti sono stati spaventosi. Mostrano che i nostri quindicenni faticano a comprendere un testo.

I toni allarmistici di questi giorni, incolpano la scuola, ma centrano un po’ tutti, a catena. Centra il versante politico che non ha interesse a creare menti pensanti, centrano gli insegnanti magari anche impreparati sessantottini del 6 politico, o boriosi del loro sapere ma incapaci di comunicarlo oppure stanchi di avere a che fare con “non capaci” di attenzione, quasi apatici di conoscenza.

 

Che quasi l’80% dei ragazzi raggiunga solo il livello minimo richiesto per la comprensione di un testo è un risultato più o meno stabile da tempo.

Siamo in stagnazione culturale e quella economica ne sarà ovviamente la conseguenza, ma da anni mai l’agenda politica sulla scuola cambia o se cambia lo fa in peggio.

La ricerca di sensazioni forti, immediate, concrete, tangibili, sostituisce la ricerca del senso, della riflessione, del pensiero: i libri hanno pagine impegnative, le rose hanno le spine, i cellulari no. Che cosa regalate ad un bambino di 12 anni? Vi siete mai chiesti, voi genitori, quanti libri ci sono nelle loro classi, a casa, sul loro comodino? Quanto tempo dedichiamo e passiamo con loro e gli insegniamo ad osservare la Natura e quanto tempo li piazziamo davanti ad uno “schermo babysitter”?

Mi chiedo, è possibile che la scuola faccia amare la lettura a chi non sa cosa sia?

La scuola fa ancora amare la lettura? Come si riesce a fare amare qualcosa a chi non ha sentore di cosa sia?  Ai ragazzi sempre incollati ai social come è possibile portare via quella “facile droga”?

Nel 1941 vicino Praga, una minuscola cittadina polacca Terenzin fu trasformata dai nazisti per metà in ghetto per metà in campo di concentramento.

Venne annunciato il rastrellamento casa per casa dei giovani, se non si fossero consegnati l’indomani con pochissimo bagaglio. Al mattino i ragazzi si presentarono, ma la libreria del paese era stata svuotata: durante la notte avevano preso un paio di libri a testa, per metterli nel solo bagaglio concesso. Le parole di uno scrittore, un filosofo, uno scienziato… erano per quei giovani beni di prima necessità: questione di sopravvivenza.

Nella stessa nazione, a inizio secolo, è stata approvata una legge per ridurre l’inquinamento luminoso notturno e restituire il cielo stellato ai cittadini: luci schermate da una certa ora. Il cielo stellato è in estinzione: un terzo della popolazione mondiale non vede più la Via Lattea, un europeo su due scorge una manciata di stelle delle tremila visibili a occhio nudo e l’Italia è tra i Paesi con il maggiore inquinamento luminoso. Durante “la notte di S. Lorenzo” solo ad alta quota si possono scorgere ancora le Sue lacrime, scie di desideri e richieste.

Per essere felici bisogna comprare anziché comprendere, godere anziché gioire, accontentarsi anziché impegnarsi… salvo poi scoprirsi sempre insoddisfatti e per eliminare questo inevitabile disagio dell’anima c’è anche il palliativo dello sballo nei momenti di crisi ed arretratezza sociale. Non credo sia un caso che da noi il consumo di droga sia in crescita.

E se invece di “umanizzare” Sardine o qualsivoglia tipo di animale i ragazzi, aiutati da chi ancora crede nella potenza distruttiva di un libro e della conoscenza, facciano un piccolo-grande passo a cominciare da casa, da scuola, dal lavoro?!

Ciò per me significa dare rose belle, profumate e con spine acute e tanti, tanti libri, a cominciare proprio da questo Natale.

 

Di Laura Giulia D’Orso

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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