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Dall'archivio:

‘Robecco non è regressiva o dormiente’. Forse, ma a me sembra il regno del Principe Valium

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Riceviamo e pubblichiamo

Buongiorno Signor Provera,

ho letto su Ticino Notizie il suo articolo avente come titolo “Robecco: il trionfo di Fortunata Barni e di un’idea regressiva della politica” e, al riguardo ho qualcosa da dirle. Prima di tutto una premessa doverosa: condivido parzialmente il suo definire idioti gli autori delle scritte che sono comparse sui muri e sulle strade di Robecco contro il candidato Sindaco Ticozzelli in quanto ritengo che gli autori di tali azioni non siano solo persone che hanno dimostrato uno sconcertante grado di stupidità ma siano anche, e soprattutto, dei vigliacchi.

Ma ora vengo al punto per dirle che con questa mia non replicherò a quanto da lei scritto sul Sindaco Barni e sulla sua nuova squadra in quanto, se lo vorranno e/o lo riterranno opportuno, lo faranno di persona ma replicherò, invece, alle parole con cui paragona “una manipolo di idioti” a “chi vive nella jungla” visto che credo che questa affermazione denoti da parte sua poca sensibilità e scarsa considerazione delle popolazioni che vivono nelle jungle, quelle vere.

Dovrebbe allargare la sua mente e il suo cuore e forse riuscirebbe a comprendere che nelle jungle vivono popoli che hanno culture, usi e costumi diversi dai nostri ma questo non significa che siano persone da sminuire con paragoni alquanto infelici soprattutto in un momento storico tanto delicato in cui la paura del “diverso” dilaga.

Sicuramente anche tra gli abitanti della jungla ci sono degli idioti ma credo che ogni popolo, ogni nazione, ogni categoria professionale (giornalisti inclusi) ne annoveri qualcuno tra i propri ranghi. Anche Robecco, in questo, non fa eccezione ma il fatto che lei abbia scritto che ciò dimostra che è un paese in regressione culturale è offensivo della dignità e dell’intelligenza di tutti gli abitanti senza distinzione di colore politico o di voto espresso alle elezioni amministrative dove i robecchesi, contrariamente a quanto da lei asserito, hanno dimostrato di essere svegli e attenti visto che hanno saputo “disgiungere” il voto delle europee da quello a livello locale.

Capisco che questo possa infastidire chi, come lei, ha l’abitudine di vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto, il brutto delle cose e il lato meno buono delle persone ma, a mio parere, dimostra invece che i robecchesi hanno saputo dimostrare, anche in questa occasione, di essere brillanti, di saper scegliere, di saper discernere a seconda delle circostanze e situazioni, di saper pensare con la propria testa senza farsi irretire da diktat di partito o da ordini di scuderia.

I robecchesi, inoltre, possono anche essere una comunità che ama essere rassicurata, come un po’ tutti nel nostro quotidiano del resto ma questo non significa che siano persone che hanno timore di essere proiettate nel futuro, pigre, dormienti, senza progetti, senza desiderio di guardare avanti, incapaci di criticare e di agire quando e se necessario.

Mi spiace Signor Provera ma i robecchesi che io conosco sono persone attive, perspicaci, piene di voglia di fare e quando dico questo penso, per esempio, ai tanti giovani che si sono messi in gioco in tutte e tre le liste che si sono presentate alle elezioni amministrative, penso ai volontari delle associazioni del paese che sono formate da persone diverse per età, professione e idea politica ma che sanno fare gioco di squadra per il bene di Robecco, penso agli anziani da cui tanto in questi anni ho imparato sia da un punto di vista “pratico” che da un punto di vista di conoscenza delle tradizioni e del vissuto di Robecco negli anni addietro.

Concludo dicendole che gli abitanti di Robecco meritano, da parte sua, molto più rispetto.

Distinti saluti.

Ester Piva

Gentile signora Piva.

grazie anzitutto per la pacatezza e la capacità di argomentare che la sua lettera esprimono. Cercherò di essere breve. Non ho mai definito i robecchesi dei cavernicoli, ‘quelli’ della jungla, il mio testo lo dimostra chiaramente, dacché mi riferivo agli autori delle scritte, su cui (mi pare) concordiamo.

Vedo invece che la sua lettera ‘glissa’ su quanto io ho reputato e reputo disdicevole, ossia assistere alle parole di un sindaco che a 5 giorni dal voto dichiara pubblicamente di aver devoluto la sua indennità ai bisognosi. Chieda a chiunque ha fatto o fa il sindaco cosa ne pensa. La risposta sarà univoca…

Il tema dirimente, senza dubbio, è quello sul regresso che a mio avviso (e non invece, secondo lei) la vittoria di Fortunata Barni rappresenta. Posto che nel famoso pezzo di cui lei parla non ho risparmiato critiche agli avversari del sindaco riconfermato, e il giusto tributo alla sua impresa, il nodo è paragonare Robecco ai Comuni vicini, che negli ultimi 20 anni- a differenza del nostro, e qui la responsabilità va condivisa coi predecessori- ha compiuto, questo è quello che penso, verso il futuro o la modernizzazione.

Cito diversi casi: Massimo Garavaglia a Marcallo, Curzio Trezzani a Boffalora, Christian Garavaglia a Turbigo, Fabio Merlotti a Buscate, il compianto Luigino Garavaglia a Inveruno, Dario Tunesi a Santo Stefano, Michele Salvati ad Arluno, e potrei continuare a lungo. Se lei avesse la pazienza di mettersi ad esaminare quanto è stato fatto nei paesi di cui sopra (che mi rendo conto di conoscere meglio di altri robecchesi, per ragioni esclusivamente professionali e non per particolari meriti) si renderà conto della enorme differenza tra ‘noi’ e ‘loro’.

Sono tutti paesi di dimensioni analoghe a Robecco, in alcuni casi persino più piccoli. E sono tutti accomunati da un’azione amministrativa molto più incisiva, che ha radicalmente cambiato le cose. Ma mi vuole dire, in 5 anni,  che tipo di politiche atte ad attirare imprese sono state attuate nel nostro paese? Com’è possibile che tutto si riduca al certamente legittimo refrain ‘nessuno deve restare indietro’?

E’ tutto qui il nodo, signora. Senza dimenticare, ma ormai il dato è assodato ed accettato, che abbiamo un sindaco passato attraverso l’intero arco costituzionale, o poco ci manca. Una maggioranza, a mio avviso, senza una visione strategica o di futuro, dove il sindaco uscente e rientrante elogia la nuova tensostruttura per associazioni, ma dimentica di ricordare che dopo 30 anni il Rio Verde, l’associazione nata sostanzialmente sotto il balcone del primo cittadino, non terrà la propria festa. Ma nessuno glielo ha ricordato, come nel caso dell’indennità ai bisognosi. E qui si è palesata l’inadeguatezza dialettica non certo della Barni, ma dei suoi contendenti.

E adesso andiamo avanti, in quello che a mio avviso è il placido regno del Principe Valium di Balle Spaziali. Spero sentitamente di sbagliarmi. Di certo, rimpiango un’idea di Politica che reputo inesistente nella ‘mia’ Robecco: la Politica che fonda le città, e che non si limita ad aggiustare i buchi nelle strade.

Cordialità

Fab. Pro.

 

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