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Dall'archivio:

Robecco, folla per l’assemblea sulla superstrada. Vittoria politica (netta) del sindaco Barni

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180 persone nella sala, altrettante fuori; l’Amministrazione di Robecco apre al sì sul tracciato tra Castellazzo e Corbetta, ma prima terrà la barra dritta. Ma la Barni vince nettamente la partita

ROBECCO – “Venerdì 27 gennaio, a Roma, il comune di Robecco andrà convinto delle proprie ragioni; ossia che una strada è necessaria, ma che per noi l’opzione migliore resta quella del passaggio tra Robecco e Castellazzo, con una strada che sia interrata. Se così non fosse, ricorderemo le parole di Martin Luther King: dopo quello delle discussioni, arriva il tempo delle decisioni. E spero che dall’alto qualcuno ci illumini, perché assumeremo una decisione molto importante per Robecco. Di sicuro, noi non ci sottrarremo. E decideremo”.

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Sono passate le 23.20 di lunedì quando, dal palco del cineteatro Agorà, il sindaco di Robecco Fortunata Barni pronuncia le ultime parole di un’assemblea densa, a tratti infuocata, inevitabilmente dai toni accesi. E dice parole che da un punto di vista comunicativo sono perfette: non c’è più traccia del fu candidato sindaco Fortunata Barni che nel 2009 spalleggiava Domenico Finiguerra e i No Tangenziale. C’è un sindaco, leader indiscusso di un’Amministrazione che è riuscita a somatizzare l’ormai aperto dissidio col suo principale regista (Dario Tonetti) senza colpo ferire, che si  è fatto portabandiera del desiderio di tutta o quasi (Castellazzo esclusa) comunità locale: Robecco VUOLE una soluzione stradale nuova. Punto. Il resto è conversazione.

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Per confezionare il sì, la Barni ha usato mezzi poco ortodossi (il dissidio con Magenta e Boffalora è stato un clamoroso errore politico), ma riunire in un’assemblea pubblica tre big come Luca Del Gobbo, Francesco Prina e Massimo Garavaglia è stato un colpo da maestri. Che ha consentito di mettere sul piatto TUTTE le posizioni.

Una serata da tutto esaurito: sala della Comunità già colma alle 20.45, per (giuste) ragioni di sicurezza vengono fatte entrare solo 160 persone più i relatori. All’esterno almeno altre 150 persone, con il pasdaran ambientalista Gilberto Rossi che suonava il solito disco (rotto) del malcontento ambientalista. Anche dentro, in realtà, c’era una fetta di contrari provenienti da Cassinetta, Vermezzo ed altri paesi. 

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Moderata da Danilo Lenzo, consulente di comunicazione dell’Amministrazione, è stata la Barni ad introdurre la serata, aperta da un video di 6 minuti con immagini delle ville di delizia e del traffico che ogni giorno transitano da Robecco. “Il 27 saremo ancora una volta a Roma, dopo il passaggio del dicembre scorso, per esprimere un parere di ordine tecnico sul progetto che il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ci presenterà, di certo non molto dissimile da quello già esposto (e che prevede il passaggio della strada tra Castellazzo e Corbetta, nda)”.

A quel punto è toccato a Del Gobbo, Prina e Garavaglia, i cui interventi sono riassunti in un altro pezzo. La conclusione è quella riportata in apertura. Nel mezzo, sia detto senza riserve, le consuete prefiche pseudo o para ambientaliste di persone che non sono per nulla sintonizzate col sentimento prevalente dei robecchesi, e del 95% di chi abita nel Magentino-Abbiatense.

Grazie alla indiscussa abilità di persone come Domenico Finiguerra, il fronte dei No Tangenziale è stato molto abile a fare interdizione per molti anni. Ma adesso che incombe il tempo delle scelte, dal ring escono i secondi e rimangono solo Comuni, Regione Lombardia e Ministero: e il 27 gennaio, a Roma, appare quasi del tutto scontato che la stragrande maggioranza di essi dirà SI alla strada. Che costerà 220 milioni di euro, NON prevederà il raddoppio della Milano Baggio, partirà da Vigevano collegandosi con Abbiategrasso (bypassando l’attuale ingorgo di via Dante), Albairate, Cassinetta, Robecco, la statale 526 verso Magenta, passerà sopra l’attuale rotonda dell’Iper (pare), comprenderà la variante di Pontenuovo di Magenta, si connetterà alla SS 336 per Malpensa e alla SS 11 verso Novara.

Così sia. Punto. E per fortuna.

Fabrizio Provera

 

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