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Dall'archivio:

Robecco, addio a Mariuccia Maltagliati Mandonico (e ai tempi del Bar Ideal, delle osterie e dei ‘trani’)

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Trattorìa s. f. [der. di trattore]. – Pubblico esercizio, con una o più sale, dove si possono consumare pasti completi; ha in genere tono più modesto rispetto al ristorante, ma spesso il nome di trattoria è assunto anche da ristoranti caratteristici di alto livello (sempre che siano esercizî autonomi, che non facciano cioè parte di alberghi, stazioni, navi, ecc.): una t. di campagna; le t. di Trastevere; mangiare in t.; passare la serata con gli amici in trattoria.

TRANI  Sinonimo di osteria, nella vecchia Milano. Il motivo è semplice: tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, parallelamente all’emigrazione dal sud al nord Italia, i pugliesi che arrivavano a Milano aprivano locali alla buona, dove bere il vino delle campagne pugliesi – all’epoca non certo di buona qualità – e mangiare piatti casalinghi. Un processo che, nel secondo Dopoguerra, aumenta notevolmente. Il vino di Trani, vino rosso sfuso, compariva nelle insegne delle osterie, e da lì passare al più veloce ‘vado al tranì è stato naturale.

ROBECCO – Adesso che anche la signora Mariuccia Maltagliati vedova Mandonico non c’è più, come il suo consorte Luigi Mandonico, per far rivivere i fasti della romantica, splendida Robecco di inizio e seconda metà del Novecento resta solo il bellissimo libro di Dario Tonetti sulle osterie e i pubblici esercizi del paese e delle frazioni, di cui vi abbiamo già parlato e da cui abbiamo tratto le due bellissime foto riportate in questo pezzo. La signora Mariuccia è stata infatti per mezzo secolo almeno una colonna del commercio di Robecco.

Sono foto del bar Ideal, ospitato dagli anni Sessanta e fino al 1977 a Robecco, in via Dante, inizialmente in quello che era il Convento, e che ancora oggi- grazie alla figlia Pinuccia Mandonico- è lungo la strada che da Robecco porta ad Abbiategrasso, di fronte al Comune.

La signora Mariuccia, di cui si celebrano le esequie stamani alle 10.30 nella chiesa parrocchiale di Robecco, è stata per decenni assisa dietro il bancone prima del bar-osteria-trani-e tantissimo altro ancora, quindi dal 1977 e per molti anni ancora a servire presso la salumeria-gastronomia di famiglia.

Dove chi scrive, tante lune fa, ha gustato i migliori tiramisù e le migliori lasagne che si potessero mangiare fuori da Bologna e dall’Emilia.

Il bar Ideal, che come raccontato dal figlio Attilio Mandonico (con lui c’è sempre stato oltre a Pinuccia anche Teresio, molto conosciuto in paese come del resto i suoi fratelli) si sarebbe dovuto chiamare Olimpic (nel 1960 ci furono le Olimpiadi a Roma), è stato il crocevia di tantissime e spassose avventure, che non vi sveliamo perché il libro sulle osterie dovete comprarlo e leggerlo.

C’erano ragazzi, ragazze, motocicli d’epoca con delle coperte sopra il serbatoio (scoprirete il perché…) e ovviamente i signori Mandonico, Luigi e Mariuccia, a stappare bottiglie (era anche quello, del resto, come ‘un trani’) e cucinare piatti semplici e succulenti, in cucine di cui i profumi ormai sono impressi solo nella memoria di chi c’era.

Via Dante, la piazza, via Matteotti, le frazioni: a Robecco c’erano decine e decine di bar e osterie, molto più di oggi (con circa 4mila abitanti rispetto ai 6.700 di oggi).

Un’epoca tramontata da tempo, molto tempo, e scandita col solito rischio della retorica di occasione come queste, ossia la morte di persone che sono state un simbolo nel paese. E il paese è sempre lo stesso, nel senso che è una comunità, una famiglia allargata.

Ma non  c’è niente di retorico nel ricordare una signora che per tutta la vita ha lavorato duramente, ha sempre accolto bande di giovani dal testosterone alto (negli anni Sessanta) e di adolescenti/scavezzacollo scatenati quando il bar aveva ceduto il posto alla salumeria, e quegli adolescenti (c’era anche lo scrivente..) le invadevano pacificamente la casa, e mentre lei avrebbe magari preferito riposare, non si negava un piatto a nessuno. Che santa pasiensa…

Per tutti era sempre lo stesso refrain: ‘ciau nan’, e un sorriso gentile. Assieme al signor Dante, alla signora Carla, al Nando Meloni, al Pino Barenghi e alla Gabriella, al funambolico Meazza e a tanti altri, non ci sono dubbi sul fatto che la signora Mariuccia è stata- e sarà per sempre- legata al ricordo di chi è passato dall’essere vitellone, eterno adolescente, gagà, scavezzacollo sino ai capelli bianchi.

Nella certezza che quegli anni sono stati i più belli, un peccato non essercene accorti per tempo e averli fatti scivolare via così, nel silenzio. Per fortuna che adesso abbiamo (quanto meno) un libro per rivivere tempi remoti e ricordi offuscati.

Le nostre condoglianze ai tantissimi nipoti e cugini della signora Mariuccia, e un abbraccio speciale ad Attilio, Teresio e Pinuccia.

Noi non dimentichiamo.

Fab. Pro.

 

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