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‘Ritocchini’ e interventi di bellezza: +50% in dieci anni

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 Dal lipofilling con cellule staminali del grasso alle iniezioni di Prp, il plasma arricchito di piastrine, per spianare le rughe o contrastare la perdita di tono della cute, per attenuare le occhiaie o risollevare palpebre troppo rilassate.

Sul fronte ‘ritocchi’, cresce il gradimento delle tecniche di medicina rigenerativa: negli ultimi 10 anni, gli interventi di bellezza eseguiti con questi strumenti sono aumentati di almeno il 50%, arrivando a circa 30mila nel 2021. E’ la stima diffusa al 70esimo Congresso nazionale della Società italiana di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica (Sicpre), in corso a Napoli fino a domani. Gli specialisti invitano alla cautela, soprattutto a diffidare dalle promesse che rimbalzano sui social. E in un simposio dedicato all’etica della medicina estetica, ai rischi dell’uso improprio di alcune metodiche e dell’affidarsi a ‘falsi esperti’, dettano 5 regole per finire in buone mani.

Perché queste procedure, avvertono, sono a tutti gli effetti dei trattamenti medici. “Per medicina rigenerativa si intendono numerose procedure che hanno in comune la capacità di stimolare l’attività metabolica dei tessuti e quindi favorirne un ringiovanimento – spiega Francesco D’Andrea, direttore del Dipartimento di Chirurgia plastica ed estetica del Policlinico Federico II di Napoli e presidente del congresso Sicpre – Può essere perciò applicata per contrastare l’invecchiamento di pelle e tessuti, per ‘riempire’ i volumi che perdono tono o per rimodellarli, con risultati anche molto buoni se viene usata nel modo corretto: questo ha portato la medicina rigenerativa a diventare la nuova frontiera dell’estetica e a essere molto diffusa, ma anche a impieghi impropri da parte di chi non ha le competenze necessarie e/o sufficienti a gestire i pazienti”. “Anche l’assenza di una chiara normativa in merito, a cui per esempio la Regione Campania sta cercando di ovviare con l’istituzione di un tavolo tecnico regionale ad hoc sulla medicina rigenerativa – sottolinea D’Andrea – ha favorito una diffusione tumultuosa delle tecniche nel settore estetico: non ci sono numeri certi, ma si stima che il ricorso a questi approcci sia in continuo aumento, con il ‘record’ toccato nel 2021. Il rischio, rivolgendosi a chi non ha le competenze per erogare trattamenti che sono in tutto e per tutto prestazioni mediche – ammonisce lo specialista – è andare incontro a eventi avversi e complicanze che possono essere anche gravi, se per esempio gli interventi non vengono condotti in condizioni di sicurezza

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