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Dall'archivio:

Riceviamo & Pubblichiamo. Lettera aperta di un “ultra-cattolico” prima delle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio

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Solo ora ho scoperto di essere un “ultra-cattolico” e di ciò voglio discorrere con i cinque amici che benevolmente leggono i miei “foglietti”. Il termine, “ultra-cattolico”, ricalcato dal peggiore gergo della tifoseria da stadio, ha valenza negativa e denigratoria, quasi di insulto e, come tale, viene sicuramente usato dagli odierni nemici della Religione: così,  “cattolico” preceduto o seguito da “ultra” significa “cattolico estremista” e, peggio, “cattolico fanatico” e, quindi, potenziale e pericoloso “talebano”, “terrorista nello spirito” e magari “malato”! Sono arrivato a questa conclusione meditando intorno alla vicenda dell’on. Lorenzo Fontana, anche lui accusato di essere “ultra-cattolico”. Egli, con la elezione a Presidente della Camera dei Deputati, avrebbe fatto perfino uno “sfregio” all’Italia; queste, infatti, sono le parole che l’on. Letta, Segretario del Partito Democratico dei post-comunisti, non si è vergognato di dire nei suoi confronti: “Peggio di così [non poteva andare] nemmeno con l’immaginazione più sfrenata. L’Italia non merita questo sfregio di Fontana”. Rimango senza fiato per come il Segretario di un Partito che conta, forse ancora frastornato per la brutta sconfitta elettorale del 25 settembre 2022, si sia lasciato andare così in basso e abbia potuto trascendere in termini tanto volgari!

Ma, riflettendo, anch’io battezzato e cittadino iscritto nei registri di questa Repubblica, mi sento tirato in mezzo nello “sfregio” proclamato da tale “signore” che dicono si dica “credente” e “cattolico”. Certo, Fontana agli occhi di Letta e seguaci deve avere “colpe” pregresse e gravi sulla coscienza per essere accusato con parole tanto pesanti: magari deve aver affermato a viso aperto – e oggi bisogna averne di coraggio! – che l’unica e vera Famiglia possibile nei secoli e nei millenni è stata ed è quella naturale formata da un uomo-padre e una donna-madre che possono generare figli; deve aver detto male dell’aborto (e come si fa a dirne bene con l’ “olocausto silenzioso” di 7 milioni di esseri umani a cui in Italia dal 1978 è stato legalmente impedito di nascere!); male dell’ eutanasia cioè del suicidio che chiamano “buona/dolce morte” e “morte dignitosa”; del “gender” o scelta del sesso ormai imposto fin dall’asilo da educatori “protagonisti”, sessantottini in ritardo, all’insaputa di genitori e nonni che si fidano e dormono sonni tranquilli; di sicuro non ha accettato la dicitura “genitore uno” e “genitore due” come ho fatto anch’io col mio foglietto “Potrà una maestra in classe chiedere al bambino “come sta la mamma?” e “come sta papà?” o dovrà dire “come sta il genitore uno?” e “come sta il genitore due?” (Cassino di Rozzano, 3 febbraio 2021, Festa di San Biagio); deve aver votato contro il disegno di legge dell’on Zan che, senza la bocciatura al Senato (27-X-2021), col pretesto della difesa degli omosessuali, ci avrebbe potuto vietare di dire che “l’unica e vera Famiglia etc. etc.”; deve aver affermato – come, del resto, la stragrande maggioranza del Popolo Italiano – che l’onda dei migranti va regolata da leggi europee anche per il bene dei migranti stessi; deve aver creduto all’Europa delle Patrie e delle Cattedrali, bellissime “da Lisbona a San Pietroburgo”, come la pensarono De Gasperi, Schumann e Adenauer, e non a quella – oggi – delle “massonerie” del denaro; sicuramente deve aver protestato (vedi anche i  miei foglietti “Europa senza radici?”, Rozzano 21-IV-2004, e “Radici cristiane dell’Europa”) quando le suddette “massonerie monetiere” di Bruxelles si sono rifiutate di nominare nella Costituzione europea le “radici cristiane”, nonostante le insistenze di Karol Wojtyla, il Grande, che sperava venissero citate almeno nel Preambolo di essa: il Partito Democratico, post comunista – ricordiamolo! – votò contro le raccomandazioni del Papa polacco… Immagino che tutte queste cose, per Letta e la Sinistra, siano “sfregi”, nel caso di Lorenzo aggravati dal fatto che il nostro giovine – lo rivela scandalizzata “Repubblica” – recita “50 Avemarie al giorno”, forse perfino in latino!

Ora, su Famiglia e “dintorni” (vita, aborto, eutanasia, utero in affitto, gender, droga…) io la penso esattamente come Fontana perché, come lui, mi trovo in linea con la Dottrina della Chiesa. E, poi, avendo molto più tempo a disposizione, ne prego…200 al giorno, di “Avemarie” (sono i 20 Misteri “gaudiosi”, “della luce”, “dolorosi” e “gloriosi” del Rosario completo); porto la Corona in tasca; mi segno della Croce alla fronte quando passo davanti a una chiesa; dico chiaro, onde evitare  discussioni col testimone di Geova che mi intercetta mentre vado a Messa, “sono cattolico” o “sto andando in chiesa”; recito il “Credo” in latino perché in italiano non lo ricordo; le volte che ne ho l’opportunità, canto volentieri l’”Adeste fideles” a Natale e il “Pange lingua” per il Corpus Domini, lo “Stabat Mater” in Quaresima e il “Regina Caeli” per Pasqua; prego per i nemici… Sì, insomma, devo concludere che per Letta e compagnia sono anch’io uno “sfregio” forse peggiore di Lorenzo.

Salto indietro di mezzo secolo

Le considerazioni che fin qui in qualche modo ho potuto raffazzonare e riassumere ai “cinque” amici lo devo al fatto che, non per mio merito ma per grazia di Dio, nel “1968”, quelli verdi della giovinezza, ho avuto il bene di non perdermi nel violento marasma di quel periodo. Esso fu tanto fondamentale per la società che nei suoi riguardi studiosi di Storia e di mutamenti sociali, giustamente, usano parole grosse come “IV Rivoluzione”; “quarta” perché filiazione di altre “tre” e ad esse legata da una sorta di filo rosso: la I quella “religiosa” di Lutero, 1517 (il pensatore/politico comunista Antonio Gramsci – 1891-1937 – la chiamava “Riforma Germanica” e si rammaricava che non fosse avvenuta in Italia perché, secondo lui, avrebbe facilitato la diffusione del comunismo anche nella nostra Patria); la II, “politica” e borghese, in Francia, 1789, con la distruzione dei “corpi intermedi” nella società e l’assassinio rituale del Re; la III, “economica”, bolscevica, 1917, che doveva cancellare le disuguaglianze con l’abolizione della proprietà privata e produsse, invece, milioni di morti per fame con frequenti casi di cannibalismo soprattutto di bambini. La IV, l’ultima, la nostra, chiamata anche Rivoluzione “culturale” o “sessuale” o “dei desideri”, non avendo più cosa distruggere, si colloca e agisce “in interiore homine” direbbe Sant’Agostino, cioè nel profondo del cuore dell’uomo e ne muove le passioni – l’orgoglio  e la sensualità –; tutte e quattro hanno come obiettivo comune la lotta alla Religione Cattolica e a ciò che da essa è derivato nei secoli. La IV, oggi ancora in pieno divenire, è però più subdola e, per certi versi, ancora più devastante delle tre precedenti perché capovolge i valori fondamentali dell’uomo; così, ciò che da generazioni era ritenuto “male” e semmai tollerato, con essa diventa, prima, materia “indifferente” e, poi, via via diffondendosi nella maggioranza, perfino “bene” che, come tale, pretende di essere accettato, codificato dalle leggi dello Stato e magari applaudito: il “peccato individuale”, dicono alcuni studiosi, si trasforma in “peccato sociale”. Vengono attaccate la Famiglia e, con l’aborto e l’eutanasia, la Vita stessa; col “gender”, poi, si tenta perfino la trasformazione del genere umano. Io “ventenne” nei tumulti e sulle “barricate” dell’Università Cattolica, mentre correvo le strade e le piazze di Milano, provvidenzialmente illuminato da alcuni amici che prima di me avevano bene studiato il fenomeno e lo spiegavano, ho potuto intuire fin dalla vigilia che stava esplodendo nella società una nuova fase storica nel nome e con l’uso di parole luccicanti quali “libertà”, “liberazione”, “progresso”, “giustizia”, “diritti civili”, “femminismo”, “uguaglianza”, “dialogo”… Il paradosso era che i portabandiera di tale Rivoluzione e Liberazione si dicevano “comunisti” ed erano per lo più figli della classe danarosa e borghese con villa al mare e in montagna, vestivano l’eskimo e lanciavano molotov contro Carabinieri e Polizia inneggiando a Lenin, a Stalin e a Mao, massacratori di milioni di loro sudditi! Così, sempre più consapevole, mi sono opposto pubblicamente man mano che la deriva della società diventava evidente e la china intrapresa acquistava velocità; di conseguenza, nel mio minuscolo spazio – il classico “zero-virgola” – presumo di dirmi “maestro” e qualcuno come Lorenzo, negli anni ha potuto apprendere qualcosa perfino dalla mia “lezione”; ecco perché, a buon diritto, mi reputo e mi vanto di essere un “ultra-cattolico” anche se so che tale parola viene usata come un insulto! L’on. Letta tenga presente le mie “cifre”, così potrà aggiungerle nell’elenco degli “sfregiatori”, tanto, di questo passo, prima o poi, forse anche il semplice aggettivo “cattolico”, senza bisogno d’altro, potrebbe diventare un insulto!

A questo punto credo di non aver bisogno di rivelare a chi non darò il mio voto il 12 febbraio, ché, dopo quello che ho scritto, il lettore se ne sarà già avveduto. Più complicato diventa, semmai, sapere chi in tranquillità di spirito potrò votare perché credo di avere il diritto, come battezzato e cittadino, di conoscere cosa pensano sugli argomenti che ho appena agitato nel mio scrittarello anche i candidati del “Centro-Destra”, verso cui naturaliter mi sento più portato: sono convinto infatti che, come sui principi io sono stato chiaro, così loro con onestà sugli stessi lo dovrebbero essere nei confronti miei e di coloro che, come me, pensano di votarli; in caso contrario  mi sentirei truffato e mi sarebbe più conveniente non andare neanche ai seggi per non correre il rischio di vendere il cervello all’ammasso. Vi prego di credere che la mia non è presunzione di un vecchio che pensa di sapere tutto lui: io non invento nulla, solo mi affido ad una “agenzia” – scusate il termine volgare – che conta ormai più di 2000 anni di Dottrina sulla piazza e, nonostante i peccati di suoi uomini più o meno ingranditi da ignoranza e propaganda malvagia, è garanzia sicura avendo dato buona prova di sé in tanti secoli; altre “botteghe” (filosofie, sette segrete, conventicole, mode, partiti…)  da me conosciute e studiate hanno spesso venduto merce avariata e avvelenato la società.

 

 

 Carmelo Bonvegna

 

 

             

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