RICEVIAMO & PUBBLICHIAMO DAL COMITATO PACE DEL MAGENTINO –
“La situazione รจ sfuggita di mano. Ai governi, innanzitutto, di qualunque colore politico. Negli
ultimi cinque anni, infatti, gli esecutivi che si sono alternati alla guida del Paese hanno
autorizzato un totale di 41 miliardi di euro di esportazioni di sistemi militari. Una montagna di
soldi, soprattutto se si pensa che nei 25 anni precedenti si erano superati di poco i 64 miliardi.
Le banche, dal canto loro, pare siano tornate in larga parte al business as usual.
In questa situazione tutti lavorano in unโombra, che, per mancata trasparenza, รจ sempre piรน fitta.
Quali sono i Paesi verso i quali รจ vietato esportare? Il governo non lo dice, probabilmente per
tenere buone relazioni diplomatiche con gli altri Stati e, ancor piรน, con potenziali acquirenti. E
accade cosรฌ che lโexport di armi degli ultimi quattro anni sia finito in oltre la metร dei casi in
Africa settentrionale e Medio Oriente, aree del mondo ad altissimo rischio di violazioni dei diritti umani.
Ebbene, vendere armi in zone cosรฌ โcaldeโ รจ vietato dalla legge 185/1990, cosรฌ come dalla nostra Costituzione. E anche le banche sono reticenti o, almeno, poco trasparenti.
Occorre intervenire.
La proposta รจ quella di una campagna di pressione alle banche armate per chiudere il rubinetto, o almeno rallentare il flusso, da cui attinge questo sistema. Come era giร successo una dozzina dโanni fa (la campagna era stata lanciata la prima volta nel 2000).
Non bisogna dimenticare, infatti, che il ruolo degli istituti di credito e degli intermediari
finanziari in genere รจ fondamentale in questo grande Risiko. Da una parte, sono loro, spesso
insieme a enti pubblici, a sostenere economicamente la produzione di sistemi dโarmamento.
Dallโaltra operano con intermediazioni nellโexport militare, fornendo anticipi, crediti e sicurezza nei pagamenti.
Gli istituti di credito, naturalmente, non sono costretti ad accettare qualunque cliente. Tantโรจ che esistono giร banche di piccole e medie dimensioni che hanno deciso di escludere il settore
militare da quelli da finanziare.
Se saremo in tanti a chiedere alla nostra banca di cambiare, minacciando di spostare i risparmi in un altro istituto, queste potranno essere indotte a stringere i rubinetti al settore militare, producendo cosรฌ dei cambiamenti visibili.
Il Comitato intercomunale per la Pace aderisce dunque alla campagna di pressione alle banche
armate, che รจ stata rilanciata oggi, in occasione dei 30 anni dallโapprovazione della legge 185/90.
Un modo concreto con cui ciascuno di noi, nel proprio piccolo, potrร chiedere trasparenza alla
politica e cambi di rotta alle proprie banche. Per tornare a riprendere le redini di questa
situazione che, come detto, sembra davvero essere sfuggita di mano.
Per maggiori informazioni sul tema e sulla Campagna:
https://www.osservatoriodiritti.it/2020/07/09/banche-armate-2020-campagna-osservatorio-diritti/
https://www.banchearmate.org/2020/07/08/rilanciamo-la-campagna-di-pressione-alle-banchearmate/