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Rescaldina tuona: ‘La discarica di Cerro NON deve riaprire’

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RESCALDINA – Nuova esperienza di una discarica ai confini con il proprio territorio? L’eventualità è emersa in questi giorni. E, con l’esperienza passata delle discariche di Gerenzano e Cerro Maggiore a due passi dalla sua realtà con i relativi disagi, soprattutto olfattivi, che ne sono conseguiti, Rescaldina di questo scenario non vuole sentire parlare nemmeno da lontano. E sul suo profilo social il primo cittadino Michele Cattaneo si esprime in termini categorici: “la discarica di Cerro Maggiore – spiega – non deve riaprire, nell’accordo di programma era scritto che neanche un rifiuto sarebbe entrato più in quel buco che ha visto arresti e purtroppo anche morti. L’abbiamo anche sostenuto anche quando l’ex sindaco Paolo Magistrali incontrava Paolo Berlusconi”.

Segue una parentetica di punzecchiatura: “chissà per dirsi cosa”. La vicenda della discarica di Cerro ha fatto parlare a lungo ed è legata a doppio filo alla società Simec che fu di proprietà di Paolo Berlusconi, fratello dell’ex premier. Una vicenda dai contorni tragici con il suicidio dell’ex amministratore delegato Luigi Chiapparelli che decise di farla finita con un colpo di pistola il 13 maggio 1997. E che evitò il carcere a Paolo Berlusconi dopo un patteggiamento pari a 52 milioni di Euro per vicende legate a fondi neri, corruzioni e commistioni politiche. Proprio memore di questa storia, Cattaneo intona il finale senza alcuna possibilità di fraintendimento: “ci opporremo con tutte le nostre forze”.

Cristiano Comelli

 

 

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