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Dall'archivio:

Regione e camici, Attilio Fontana ‘avvisato’ (more solito..) a mezzo stampa

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Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, risulta indagato dalla procura di Milano nell’inchiesta sulla fornitura da mezzo milione di euro di camici e altri dispositivi di protezione da parte della società Dama gestita dal cognato Andrea Dini e di cui la moglie del governatore lombardo, Roberta Dini, detiene una quota del 10%. “Ho appreso con voi – scrive Fontana in un post su Facebook – di essere stato iscritto nel registro degli indagati. Duole conoscere questo evento, con le sue ripercussioni umane, da fonti di stampa. Sono certo dell’operato della Regione Lombardia che rappresento con responsabilità”.
Secondo l’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli l’affidamento diretto senza gara della fornitura, che risale allo scorso 16 aprile, sarebbe avvenuto in conflitto di interessi e l’ordine sarebbe poi stato trasformato in donazione solo il 20 maggio, dopo che la trasmissione Report iniziò a interessarsi della vicenda.
Dama, per la tesi accusatoria, avrebbe voluto guadagnare cercando di vendere 25mila camici (75mila i totali di cui 50mila donati) con un prezzo di 9 euro a camice invece di 6 euro come proposto ad Aria, la centrale acquisti regionale.
Tutto, come accade da anni, è avvenuto dopo la pubblicazione della notizia sugli organi di stampa (prima che fosse notificata agli indagati). Sul Corriere di oggi,a  pagina 5, un lungo servizio del cronista giudiziario di lungo corso Luigi Ferrarella parla di una fiduciaria legata al presidente.
Come nel caso dell’indagine sull’incarico all’ex socio Luca Marsico, finita in nulla, e  nel rispetto dell’attività che verrà condotta dai magistrati, siamo certi di poter ribadire che Attilio Fontana è una persona perbene, e dimostrerà la propria estraneità ad ogni ipotesi di reato.
Ci sarebbe anche la presunzione di innocenza, in Italia. Ma quello è un altro discorso, ormai sterile..
F.P.

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