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Reddito di cittadinanza, ma perché? Io non ci sto- di Andrea Pasini

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Ci sono anche loro, gli amici della sinistra ed ora anche dei Cinquestelle e vogliono il reddito di cittadinanza. E chissà, magari non vedono l’ora che il governo approvi la manovra con dentro il sussidio per i disoccupati. Qualche trasmissione televisiva aveva raccontato di come i rom e gli immigrati stessero già puntando ad accaparrarsi una fetta del reddito minimo promesso da Di Maio. E lo hanno ribadito gli stessi nomadi che abitano alla periferia Est di Milano. “Spetta anche a noi”, dicono senza troppi giri di parole alle telecamere di Stasera Italia. “Io sono un rom italiano originale dice un uomo all’inviata di Mediaset. E daranno anche a me una mano. No agli extracomunitari, ma ai cittadini italiani”. Secondo i calcoli rivelati dal Giornale, sarebbero quasi diecimila i nomadi con la cittadinanza pronti a incassare l’assegno. “Lei lo vorrebbe il reddito di cittadinanza”, chiede la cronista a un occupante di un campo. “Certo”, risponde lui. Un solo problema, che potrebbe ostacolare il tutto: capire se i rom lavorano o meno. “Ci arrangiamo”, dice qualcuno. “Lo facciamo in nero”, ribadiscono altri. Altro problema: le case. Secondo le indiscrezioni chi ha la casa di proprietà potrebbe vedersi dimezzare l’assegno. Loro, però, le abitazioni le hanno abusive. Di certo c’è che tutti vorrebbero incassare il reddito minimo. “Ci vogliono dare i soldi ? Sicuro?”, chiede una donna. “Magari! Voglio vedere questa volta che ci portano i soldi”. Alle tante cariche istituzionali accumulate in questi mesi vicepremier, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio può aggiungere adesso quella di re dei rom. Grazie a lui, infatti, almeno diecimila rom con la cittadinanza italiana otterranno l’assegno mensile di 780 euro, senza nulla dover fare in cambio a meno di non prendere sul serio il capo grillino quando dice che i 6,5 milioni di beneficiati dovranno garantire ogni settimana «otto ore per lavori di pubblica utilità»: comunque una barzelletta in cambio di quella cifra. I dettagli dell’operazione che nel 2019 costerà ai contribuenti circa 10 miliardi di euro devono ancora essere decisi, ma alcune cose sono note da tempo: per ricevere il reddito bisognerà avere più di 18 anni, essere senza lavoro ufficialmente, s’intende o averlo e guadagnare meno di 780 euro netti al mese. Caratteristiche nelle quali rientra la grandissima parte dei rom italiani, i quali stanno già prendendo informazioni sulle procedure per ottenere la paghetta di Stato. Un settimo dei rom vive nei campi, sono circa diecimila come dichiarato da una Onlus che si occupa proprio di questa comunità nel nostro paese, con la cittadinanza italiana. Sicuramente loro potranno usufruire del reddito di cittadinanza, dato che non si possono discriminare persone su base etnica per cui anche loro dovranno qualora sia approvato poter usufruire del reddito di cittadinanza.  Se si fanno piovere soldi su tutti i nullafacenti italiani, è giusto che ci siano pure loro ad usufruirne e poi che nessuno di chi ha votato per i 5 stelle alle ultime elezioni provi a lamentarsi. Così, nella popolazione rom come in tante regioni del Sud, si stanno informando su come dovranno muoversi non appena saranno disponibili questi soldi per poterli ottenente.Il numero dei circa diecimila rom aventi diritto al «reddito Di Maio» appare comunque troppo prudente secondo il mio punto di vista .

La cifra diffusa da questa Onlus si riferisce a coloro che hanno il passaporto italiano e vivono nelle cosiddette «baraccopoli istituzionali», ovvero nei campi gestiti dalle amministrazioni pubbliche. Questi Rappresentano lo zoccolo duro, quelli che hanno la certezza di ricevere l’assegno.Ma ci tengo a sottolineare  che la presenza nel nostro Paese di rom, sinti e caminanti è stimata in una forbice molto più ampia e compresa tra le 120.000 e le 180.000 persone. Di queste, quelle con la cittadinanza italiana sono circa 70mila; pur non vivendo nei campi, ma nelle abitazioni dell’edilizia residenziale pubblica, in appartamenti occupati o in case di loro proprietà, se risulteranno avere i requisiti richiesti percepiranno il reddito di cittadinanza, per intero o quanto ne manca per raggiungere la fatidica soglia dei 780 euro. Sebbene l’assenza di un censimento impedisca di fare calcoli precisi, è assai probabile, quindi, che le prerogative per ottenere l’assegno le abbia una platea molto più vasta di quella ipotizzata dal presidente dell’organizzazione che tutela i rom.E poi c’è il problema dei problemi: il limite dell’erogazione del beneficio ai soli cittadini italiani. La Lega lo pretende, Di Maio ha promesso a Salvini che glielo darà, ma faldoni di giurisprudenza italiana e comunitaria degli ultimi anni rendono certa la bocciatura di qualunque provvedimento osasse «discriminare» gli stranieri regolari, come insegnano la storia del «bonus bebè» e di altre prestazioni assistenziali. Così il ministro del Lavoro, ha calato la carta che nelle sue intenzioni dovrebbe essere risolutiva: l’assegno, ha detto, andrà «ai residenti in Italia da almeno dieci anni». È la conferma ufficiale che ad intascare la regalia di Stato saranno anche tanti stranieri. Inclusi i rom e i sinti di cittadinanza romena e bulgara o provenienti dai Paesi della ex Jugoslavia, la grandissima parte dei quali, contrariamente alla percezione che si ha di loro, sono stanziali in Italia da molti anni. Concludendo, direi che a me personalmente la possibilità che questo reddito possa andare anche ai rom non entusiasma affatto. Anzi direi che non solo sarei contrario, ma che sarebbe una vergogna se ciò accadesse.

Andrea Pasini- Trezzano Sul Naviglio 

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