MAGENTA – L’intervista rilasciata ieri a Ticino Notizie da Silvia Minardi, leader indiscussa di Progetto Magenta, sta provocando soprattutto nel centrosinistra una serie di reazioni. Prima l’uscita un po’ scomposta, e forse scritta sull’onda dell’emotività dal segretario cittadino Luca Rondena, adesso, è la volta di Paolo Razzano, esponente di spicco dei Dem che con Silvia Minardi ha percorso un pezzo di storia della sua crescita politica. Erano altri tempi decisamente. Decisamente diversi….
UNA STORIA ORMAI ARCHIVIATA….
“Silvia Minardi ribadito di non voler intraprendere un percorso politico con il PD Magenta, lasciando intendere una presunta superiorità del civismo rispetto alle logiche dei partiti, incapaci, a suo dire di portare avanti le migliore idee per la città.
Ne prendo atto, con sincero dispiacere. Queste affermazioni arrivano proprio da lei, consigliera comunale di lungo corso, con una lunga esperienza politica alle spalle, per la maggior parte con una tessera di partito in tasca.
Ho avuto l’onore di essere eletto consigliere comunale a 21 anni (oggi ho ritrovato il mio primo santino per Giuliana Labria sindaco) e primo segretario del Pd cittadino a 26. Abbiamo costruito tanto, commesso qualche errore, portato avanti molti progetti, con un unico intento: far crescere Magenta
È questo l’obiettivo a cui tendiamo ancora oggi, guidati dal giovane segretario Luca Rondena, anche quando muoviamo critiche a chi oggi amministra la città.
E se il Pd magentino pensava di poter costruire un percorso con Progetto Magenta è perché – in questi anni – sono emersi molti punti comuni.
Silvia, abbi il coraggio di dire che hai idee diverse per la città, ma non sminuire l’impegno e il lavoro di tante persone che hanno dimostrato di lavorare per il bene di Magenta.
Basta, dopo 20 anni, continuare a raccontare che dall’altra parte ci sono solo “orchi”, brutti e cattivi”