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Radici in crescita, sequenza giornaliera degli accadimenti, di Ivan D’Agostini- 11 aprile

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Undiciaprile

 

Piove, governo che non si sa. Una volta si diceva ladro, ma oggi qua i ladri si sprecano, e se piove è colpa, forse dello sconquasso terrestre. Questa cosa poi non mi convince del tutto, anche se anche se, l’uomo lo zampino deve pur avercelo messo, almeno per quanto riguarda e le polveri sottili, e l’aumento della ciodue, e delle particelle che fanno venire il cancro, beh mi pare che ne abbiamo a iosa.

Mi ricordo che una volta, almeno cinquant’anni fa, la mamma diceva, a proposito dei lanci che gli americani facevano per l’esplorazione dello spazio: “Con tutto quello che buttano nel cielo, per forza che il tempo non è più lo stesso, ahh altro che progresso.” E via una serie d’improperi.

Ascoltavo, quasi in silenzio, anche perché ogni mia replica coincideva con una sua stizza, proprio non c’era verso per farla ragionare e probabilmente, quella testolina c’aveva qualche ragione, mezzo secolo fa, se poi oggi, gli illustri scienziati hanno stabilito che tutto sto bruciare rischia di bruciarci il corpo, visto che la salute è già minata. Ma io ho fiducia, fiducia nella nostra capacità di adattamento, nella nostra metamorfosi, nel nostro istinto di conservazione. Del resto siamo più alti di qualche secolo fa, siamo forse più chiari di pelle, anche gli afroamericani si sono addolciti nei lineamenti, rispetto ai loro predecessori. Non so se questa modifica di corporatura si sia delineata solo per una sorta di plasticità che assumiamo per il modo di vivere. L’automobile, le posture spesso sedute, poco in piedi ad armeggiare attrezzi, almeno nel mondo occidentale, che poi sta diventando quasi globale, ci hanno modificato e basta viaggiare per accorgersi di questo accadimento, e allora, allora l’uomo perderà la sua peculiarità solo per una sorta di mimesi con la propria attività massificata? Spero di no e spero che in un futuro prossimo, il nostro traghettare verso l’esterno dell’atmosfera terrestre, imprima un cambiamento, dia una nuova rotta per la nostra evoluzione. Ma in tutto questo le nostre piantine, i nostri vegetali cosa fanno. E’ stupefacente accorgersi di come, e lo vedo costantemente nel “vassoio”, che ciò che indirizza la crescita è la luce; semplicemente usando la luce e l’acqua: in alto verso il sole, in basso verso l’acqua. Punti salienti d’equilibrio e per spostarsi? il vento. Questa basicità di concetto, elaborata in specie per specie, è però la comunanza di tutti i vegetali.

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