Cinquefebbraio
Stanze vuote come i miei pensieri ora. Ricama, ricama sulle frase mi son detto mentre rileggevo il testo, vomito di pensieri che non stanno dentro la pelle e come tali vengono rigettati, tutti!
A volte, distrattamente e non, guardo il “vassoio”, lo guardo in cerca di definizioni, in cerca di qualcosa che non trovo. Quante volte te ne stai lì a guardare con il naso per aria, un classico della letteratura cinematografica e non solo di quella: passano aerei, cavallette, asini volanti e baroni e tu niente, niente; te ne stai lì, con il naso per aria.
Lì, mentre le foglie crescono.
La terra è scura e nasconde, privando alle ombre di manifestarsi, i rilievi, le corrugazioni che definiscono i colori degli oggetti e così, le stanze dei miei pensieri, dei ricordi, del futuro, appaiono vuote.
A volte però basta un movimento, una piccola malizia, un suggerimento, una goccia d’acqua che inumidendo la superficie e riflettendo i raggi del sole, altrimenti assorbiti, per far sì che i rilievi improvvisamente compaiano ai nostri occhi, emergano dalla coltre scura, manifestandosi assieme alla ricchezza, infinita, del mondo.
A volte, basta uno sguardo di lato e le cose son diverse.