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Dall'archivio:

‘Quelli della cabina’: piange il telefono

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Tuffo negli anni ‘Ottanta con il Duca di Saronno

La nostra vita è ormai governata dal telefono? La telefonia fissa ha ordinato la nostra vita limitando gli spostamenti e dando una grande possibilità di tenerci in contatto con amici e parenti e pure serpenti.
La telefonata era anche di lavoro e impegni seri ma le palpitazioni per chiamare la ragazza dalla cabina non avevano storia. Risponderà? E se risponde la madre??? Il padre ??? Conoscevi la voce di tutta la famiglia prima dell’aspetto fisico del parentado.

I telefonini sono stati la liberazione della catena del filo del telefono. Potevi girare ma sempre con scheda telefonica o moneta perché le prime telefonate erano sassate al portafogli.
Molto spesso trovavo i telefoni pubblici nelle stazioni e specialmente in posti isolati e sgangherati.

La tecnologia va avanti e con la diffusione degli smartphone non è aumentata l’educazione e il rispetto. Ricordo ancora i primi possessori di telefono mobile che venivano a gridare vicino alle cabine del telefono pubblico forse per sentirsi più importanti… Scena tipica degli anni Novanta verso la fine e inizio millennio con bulimia di sms.
Ora le moderne messaggistiche gratuite hanno portato gli sms a piangere anche loro.
Parliamo ancora per telefono si ma adesso Telegram e Whatsapp permettono pure la video chiamata: basta una buona wi fi per non perdere i Giga.
Con un Giga non si può andar via, canterebbe oggi Max Pezzali perché senza illimitati sei out. Sempre avanti e un giorno anche queste tecnologie saranno storia per un futuro magari più bello.

A proposito io uso ancora la mia telefonia fissa e volevo ricordare che molti la usavano per fare scherzi da prete. Ricordiamoci sempre che non è il mezzo ma il fine.
Ah sento piangere il telefono fisso e come un moderno Domenico Modugno vado a farlo parlare.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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