Quei vecchi mestieri
Più non vedi nella piazza
il magnano quella fiamma
e la saldatrice e di stagno
la lucente avvolta matassa più
non accorron le antiche massaie
con i lor secchi rotti e ammaccate
padelle e più non senti nell’aria
le voci vocianti ad indicar mestiere
e prestante presenza di arrotini
ombrellai e anneriti spazzacamini
più non vedi lucenti coltelli
stecche rotte allor come nuove
son spariti i catramosi fumanti
camini e dimenticate quelle
voci vocianti or più non senti
come un tempo nelle vecchie
osterie quelle allusive boccacceste
ridanciane e ammiccanti canzoni.
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Un cavallo e un vecchio contadino
Tutto attorno nuove costruzioni
qui un tempo vi eran le risaie
muovendo lento il passo sospira
i vecchio contadino la stalla
dei cavalli è vuota i muri son
cadenti appesi lì a una parete
impolverati finimenti testerie
redini cavezze cinghie sospira
il veccho contadino Furia quel
cavallo amato da tempo se ne è
andato ma la mente è piena di
ricordi che nella dura fatica
dei campi gi è stato per anni
fedele amico con lui s’affonda
ora nella risaia ora lo aiuta
nella aratura carri di fieno
pieni pannocchie di granturco
covoni di spighe di frumento
erba medica dal fresco taglio
profumata con il freddo il sole
il gelo la pioggia grandine neve
sempre aiuto e cara compagnia
di Giuseppe Casarini