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Quando un incontro cambia la vita. Magenta, in Casa Giacobbe una serata intrisa di ‘bene’ e ‘bellezza’

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Magenta – L’occasione è un libro nato nelle settimane di stravolgimento quotidiano ed emotivo-relazionale che l’emergenza da Covid-19 ha portato nella vita di tutti noi, dei ragazzi in particolare. Venerdì sera Casa Giacobbe, uno dei luoghi che è tornato ad ospitare eventi dopo mesi di chiusura, ha fatto da cornice ad un incontro particolare, uno di quelli che cambiano la vita, come riporta il sottotitolo del libro di Riccardo Previde Massara “Il mio amico Carl” e come accade a Luca, il protagonista del racconto.

In un intreccio di emozioni e approfondimenti, sono stati trattati temi come l’amicizia, la sofferenza, l’impegno, la solidarietà. Tanti gli attori in campo. Primo fra tutti Riccardo, tredicenne di Magenta che in seguito all’incontro con lo scrittore Riccardo Gazzaniga intervenuto mesi prima a scuola e accogliendo i suggerimenti e gli stimoli della sua professoressa di Lettere alla scuola secondaria di primo grado 4 Giugno 1859, Carmela Arecchia, ha sviluppato un compito fino a farlo diventare un libro, in cui inserire gli approfondimenti da portare per l’esame di Stato a giugno. Tra le lezioni di didattica a distanza e gli impegni di fine anno, Riccardo ha scoperto la sua passione per la scrittura, un talento che lo ha portato a rivalutare le materie umanistiche. “Compito dell’insegnante penso che sia proprio quello di supportare ciascun ragazzo; lavorare con Riccardo è stato interessante, mi ha confermato quanto sia importante la relazione nel processo di apprendimento”, ha sostenuto la docente (nella foto sotto). “La scuola, nonostante il taglio di risorse economiche, riesce a far esprimere eccellenze come questa, perché anche chi è bravo è un BES-Bisogno educativo speciale e come tale va seguito perché si possa esprimere al meglio”, ha aggiunto la dott.ssa Cristina Dressino, Dirigente Scolastico dell’IC via Papa Giovanni Paolo II.

Tra i momenti più emotivi il ricordo delle maestre della scuola primaria Santa Caterina, Giusi Grassi e Roberta Ceruti: “Ogni bambino rappresenta per noi un incontro significativo e che ci cambia, cercavo gli occhi vivaci e intelligenti di Riccardo. Alla scuola primaria mettiamo tanti semi e siamo enormemente felici quando da qualcuno di questi nasce un fiore”.

Ha preferito parlare di “capacitazione” (la “capability” del Premio Nobel Amartya Sen) più che di “talento” Emma Garavaglia, sociologa dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, cioè quell’insieme “di condizioni contestuali affinché gli individui possano scegliere cosa fare e dare il meglio di sé. Riccardo ha espresso al meglio le sue qualità anche nel significato del suo prodotto, ovvero quando il robot Carl da strumento di aiuto diventa oggetto di dono”.

Il protagonista del libro, Luca, ha infatti costruito il suo robot Carl per uno scopo: provare a sollevare il morale, distogliere l’attenzione della cugina Giuliana dalla malattia, dall’ospedalizzazione Luca riesce nel suo intento, come accade nella realtà, con i tanti progetti che l’ospedale mette in campo per alleviare disagi e sofferenza nei bambini lungo degenti. “Per loro sono molto importanti le buone relazioni – ha raccontato la dott.ssa Lorena Vergani, psicologa psicoterapeuta responsabile Psicologia Clinica ASST Ovest Milanese nel suo intervento – li aiuta a dare un senso a ciò che sta loro capitando, come quando in montagna si fa una cordata per superare una difficoltà”.

Sul concetto di aiuto e vicinanza si era soffermata anche il sindaco Chiara Calati nel salutare i presenti: “Una riapertura al pubblico speciale questa sera perché rappresenta un concreto allargare le braccia per fare attenzione all’altro”, uno degli aspetti anche della disciplina reintrodotta a scuola, l’Educazione Civica.

Ma accanto alla scuola, in una collaborazione costante, non può mancare la famiglia, luogo in cui germogliano i semi dei valori e della responsabilità. “E’ stata una bella scoperta la capacità di scrivere di Riccardo – ha raccontato la mamma Anna Bigogno – e ancora di più scoprire quanto sia stato capace di trasferire la sua sensibilità nelle pagine del libro e questa fatica ha rappresentato una bella esperienza di vita”.

Teso e soddisfatto, al termine della serata l’autore ha firmato le copie del libro il cui ricavato andrà alla zia Mari missionaria in Togo, che in una lettera di ringraziamento ha messo in risalto “l’animo sensibile” del nipote che “ha capito che la vera felicità è vedere felici gli altri”. Come ha ricordato il fratello Francesco, presidente dell’associazione Cuori Grandi onlus, Maristella Bigogno è da oltre vent’anni in Africa, dove si occupa della comunità e in particolare dei bambini. In quasi dieci anni, oltre ai pozzi, alle case per le madri in difficoltà, alla chiesa e al dispensario, ha costruito una scuola che accoglie oltre settecento alunni e alunne dall’infanzia fino alla secondaria.

“Il mio amico Carl. Quando un incontro può cambiare la vita”, si può trovare alla Memoria del mondo, al Segnalibro e alla Libreria Cattolica.

Arabella Biscaro

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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