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Quando la luce vince le tenebre – Una Pasqua da Mille ed una notte al Lirico di Magenta

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Quello cui abbiamo assistito, mercoledì 13 aprile 2022, al Teatro Lirico di Magenta, è stato un vero e proprio trionfo. Il trionfo dei colori scintillanti della musica sinfonica: l’impalpabilità delle note musicali sulla materia greve del reale. La luce che vince sul buio, proprio il senso più profondo e basilare della Pasqua, quando dall’oscurità la vita scosta i massi ed assurge ai Cieli. “La luce vince le tenebre”.
I compositori proposti in questa serata a cura di Totem rappresentano un altro versante della storia della grande musica classica ottocentesca; qui gli autori della grande scuola di San Pietroburgo sperimentano stili compositivi originali, scostandosi dalle forme consolidate del grande romanticismo continentale; quanto più inventivi ed espressivi, le matrici del folclore popolare non sono soltanto evocate o rielaborate in singoli temi ma divengono l’impalcatura sonora stessa delle composizioni, forse per questo motivo così immediatamente emozionanti e suggestive.

Il percorso che l’associazione culturale magentina da molti anni ci propone, stagione dopo stagione, a farci caso, ha una sua coerenza divulgativa ed ogni cartellone dialoga con quelli contigui e quelli di stagioni precedenti (dunque, ipotizziamo anche future).

Anche per chi fosse a digiuno di nozioni musicali superiori, partecipando, di concerto in concerto, alle serate teatro Lirico magentino ci si ritrova condotti nella storia della musica e delle correnti che la hanno percorsa, sviluppata, resa immortale ed universale.

Il calendario di stagione 2022 si presentava come un sui generis, per effetto del tempo pandemico da cui scaturisce, con serate indipendenti tra loro (anche in termini di acquisto dei biglietti). Ma anche in questo caso troviamo un fil rouge che lega i cinque appuntamenti: inventiva, forma libera, declinazioni armoniche e virtuosismo.

Il primo appuntamento, in gennaio 2022, abbiamo goduto del repertorio virtuoso del violoncellista e direttore Enrico Bronzi (scusate se è poco) alle prese con Schumann e Cajkovskij ; il secondo, a ridosso del Carnevale, l’opera buffa per bambini ed adulti Carnevale degli animali di Camille Saint-Saëns (a dirigere l’Orchestra Totem il sempre eccellente Andrea Raffanini); all’appuntamento di marzo, via all’attitudine canora e leggera con gli Italian Harmonists ed il loro repertorio dalle canzoni degli anni ’30 e ’50 fino a brani tratti dal repertorio lirico e sinfonico. Ed eccoci ad aprile, mese della Pasqua. Il programma ci invita di nuovo a lasciare andare la fantasia, tuffandoci tra note fastose e fiabesche, maestose e fragili come castelli di carta.

Un ascolto, la sera del 13 aprile, davvero da fuochi artificiali !
Una orchestrazione amplissima, necessaria alla partitura, formata da elementi provenienti dalle Orchestre Vivaldi e Città di Magenta, guidata dal Maestro Lorenzo Passerini ed in cui il ruolo di primo violino viene interpretato da Marcello Miramonti. Figure queste oggi di spicco nel panorama della classica internazionale; giovani musicisti con carriere letteralmente esplose negli ultimi anni. Brillanti talenti sbocciati proprio con le stagioni magentine, insieme ai colleghi strumentisti delle Orchestre residenti. La “Città di Magenta”, ove tutt’oggi suona Marcello Miramonti, magentino, “totemino”, oggi apprezzatissimo violinista (ha registrato anche per la Deutsche Grammophon) professionista in Italia ed all’estero non soltanto nelle più quotate orchestre ma anche con il Trio Casa Bernardini, da lui fondato.

L’Orchestra Vivaldi, di cui Lorenzo Passerini è fondatore insieme al compagno di studi di conservatorio Piergiorgio Ratti. Lorenzo Passerini è ormai una certezza della direzione d’orchestra, chiamato dai maggiori teatri mondiali. Ha studiato con le eccellenze del podio (John Axelrod, Oleg Caetani, il maestro Nicotra, tra gli altri) e negli ultimi due anni – vorremmo dire “sotto i nostri occhi” – è divenuto lui stesso un “firework” internazionale, dirigendo nei maggiori teatri italiani ed esteri (sino a Sydney in Australia) opere non certo per principianti (Aida, Faust di Gounod, la Boheme, Barbiere di Siviglia, Fedora, La sonnambula, La cenerentola,….), il che testimonia anche del carattere del personaggio; qualità non certo secondaria per un “direttore”.

Le storie di Miramonti e Passerini ci parlano molto anche di apertura allo scambio, sintonie personali che si riversano nella collaborazione professionale, legami non fatui con le realtà di formazione (Magenta, Sondrio, Como). Una sorta di “matrice Totem” che vede il suo frutto plastico, come dicevamo sopra, nelle esperienze “in residenza”, proprio qui a Magenta, delle Orchestre cui i due afferiscono. I tre, con Piergiorgio Ratti.

Classe 1991 come Passerini, Ratti (oboista e a tempo perso dottore in fisica quantistica con lode) ha scelto la strada della composizione, studiando privatamente e vincendo nel 2014 il concorso “Azione Musicale”; titolare all’attivo di venticinque composizioni (per le combinazioni più diverse di ensemble). Ed è proprio la sua ultima composizione ad aprire la serata “Mille e una notte” del 13 aprile al teatro Lirico di Magenta.

“Red Fireworks” (fuochi di artificio) è una composizione per sola orchestra d’archi, una manciata di coinvolgenti minuti, in cui l’orchestra, tra turbinii e fraseggi, ci introduce alle due grandi opere a seguire, delle quali davvero appare una sorta di apertura scenica, nonché un evidente omaggio al Volo del calabrone, celeberrimo brano di Nikolay Rimsky-Korsakov, l’autore principale nel cartellone di serata.

Ed ecco quindi entrare L’overture opera 36 di Nikolay Rimsky-Korsakov , “per grande orchestra” :  “La grande Pasqua russa” (1888). “Lento mistico – Andante lugubre – Allegro agitato” , sono i tempi dettati dall’autore.

Brano davvero di rado eseguito, per cui l’evento del 13 aprile a Magenta è stata una vera occasione. Se poi, a questa occasione, aggiungiamo la caratura degli esecutori, la direzione pirotecnica ed ispirata di Passerini, la bellezza della musica, la narrazione vivida, greve e squillante, mistica e popolare…

” E tutto quello scampanio che si fa in Russia la mattina di Pasqua non sembra forse voler accompagnare un’immaginaria danza religiosa? Erano proprio questi tratti leggendari e pagani della festa pasquale che volevo esprimere nella mia Ouverture, questo passaggio repentino dall’atmosfera cupa e misteriosa del Venerdì Santo alla gaia sfrenatezza, pagana e religiosa allo stesso tempo, del giorno di Pasqua ” – Nikolay Rimsky-Korsakov

Ma eccoci lasciare questo primo paesaggio da vicine longitudini orientali per salpare ancora una volta verso altri lidi sonori. Del medesimo Korsakov, dall’opera 35 “Sheherazade”, la suite sinfonica tratta dai racconti de “Le mille ed una notte”, raccolti dall’arabista francese Jean-Antoine Galland (1646-1715) da uno sperduto manoscritto trovato in una biblioteca araba ed integrate da altre favole tratte dalla tradizione orale locale.

Una orchestrazione imponente, ricchissima, capace di illuminare ogni sezione strumentale: un sogno ad orecchie aperte! Ed il confronto dell’ensemble delle due Orchestre in residenza unite con questa scintillante quanto impegnativa partitura risulta eccellente. I preziosismi, le coloriture, le ritmiche: un arabesco sonoro, puntellato di ogni strumento dai violini all’arpa ai campanelli, ai legni, ad ogni più minuta percussione; ora cullante ora travolgente, orchestra e musicisti hanno condotto il pubblico del Lirico nell’avventura a lieto fine della principessa Sheherazade.

A chiudere questo viaggio fiabesco “La grande porta di Kiev”, tratto dal lavoro “Quadri di un’esposizione” di Modest Mussorgskij . Opera celeberrima per i cultori, certamente anche il pubblico meno esperto ne avrà sentita risuonare qualche nota, qualche tromba, per una composizione che sembra davvero un origami che si apra all’infinito dalle pagine di una favola di principesse e principi, di porte di castelli, le mura del borgo contadino, che si aprono nell’incedere della partitura.

E qui chiudiamo il cerchio con la Grande Pasqua di Korsakov. Parliamo ancora di luce, di apertura, di superamento dei conflitti, di una luce splendente, come quella dei cieli di pasqua, dell’oro dei campi di grano illuminati dal sole. Terre di pace, anzi terra di pace per eccellenza quella citata dall’autore russo nell’opera pubblicata nel 1886. L’abbondanza delle messi, la regolarità delle stagioni e dell’opera della natura, la ciclicità della vita, la meraviglia della luce quando vince le tenebre e si aprono i pesanti battenti della “porta” (non è lo stesso significato della Pasqua?).

“I suoi pesanti battenti sembrano aprirsi alla contemporaneità di ogni esecutore ed ascoltatore, verso un futuro sempre nuovo che, ne siamo certi, nel cuore del compositore un augurio assoluto di pace e e fratellanza per il suo popolo” – per dirla nelle mirabili parole di Antonella Piras.

Eseguita dall’orchestra nella coloratissima versione orchestrale di Maurice Ravel del 1929, la partitura ha l’incedere tipico del corteo regale di storie universali e senza tempo, ove i mille suoni (mille e una notte) arricchiscono e sorprendono, illuminano una composizione dallo schema razionale, carica di grazie sonore, capace di evocare iconografie senza tempo, da secoli presenti nei patrimoni culturali delle genti, quando le narrazioni, le fiabe, viaggiavano di paese in paese, in una continua tessitura del medesimo tema, che si amplia modifica e rinnova all’infinito, sinché i popoli vivranno.

Le mille ed una nota, le mille ed una serata sinfonica al teatro Lirico di Magenta. Patrimonio della comunità, patrimonio dell’umanità; come ogni creazione davvero artistica, capace di rappresentare sentimenti ed emozioni universali. Ed ascoltando queste meravigliose note, il castello di Sherazade si confonde con la volta del Campi (scusate se è poco 2, ndr), e quest’ultima con la parata pasquale alla luce splendente del sole e delle campane, passando dalle grandi porte della città per cominciare a fare musica e festa…. e ritorno di nuovo all’affresco sopra la mia testa ove musici ed astanti sembrano animarsi, quando il teatro vibra di queste note, di queste fiammelle musicali che sono i nostri musicisti. Coltiviamo l’arte (le arti tutte) ed impariamo a rispettarla. Essa è il meglio delle forze umane, e, da sempre, insegna… l’armonia (lo dice la parola), le tante e diverse “armonie”.

A questo punto, se l’autore di questo pezzo è stato un po’ capace, avrete certamente desiderio di venire ad ascoltare con le vostre orecchie le magie della musica classica proposte da Totem Magenta. L’occasione arriva presto, con l’ultimo appuntamento di stagione.

Sabato 7 maggio l’integrale (fatto raro, ndr) dei 6 concerti Brandeburghesi di Bach. Di nuovo sotto la direzione di Lorenzo Passerini (che da solo vale il biglietto) e l’esecuzione congiunta da parte degli elementi delle già citate orchestre in residenza, Vivaldi e Magenta.

I sei concerti, composti da Bach per il margravio di Brandeburgo, da cui è poi derivata la denominazione di brandeburghesi, sono tra le partiture più note del grande compositore tedesco. Ognuno presenta un organico strumentale diverso e i movimenti di cui sono composti sono sempre contrastanti tra loro per garantire una varietà formale, compositiva e strumentale che ancora oggi entusiasma gli ascoltatori.

“I Concerti rappresentano un unicum nel panorama musicale internazionale e imprimono alla musica e in chi l’ascolta un senso di gioia, di armonia, di amore per la natura. Nello stesso tempo si avverte la profondità del messaggio, la sua spiritualità, il mistero del rapporto fra Dio e gli uomini”, spiega Antonella Piras, presidente di Totem.
“Poter ascoltare integralmente i sei concerti Brandeburghesi è un momento di piacere unico che siamo lieti di offrire al nostro pubblico questo lussuoso dono, ancor più prezioso perché offerto nella sua rara esecuzione integrale e perché eseguito rigorosamente in piedi alla moda barocca, dai nostri giovani e talentuosi musicisti”.

Alessandra Branca ©2022

Foto nell'articolo: Totem Magenta e Mario Mainino
Per rivivere con le immagini le emozioni della serata consigliamo 
il blog di Mario Mainino: concertodautunno.it ed il relativo canale youtube
Altre immagini, documenti sonori ed informazioni sulla pagina Facebook Totem La tribù delle arti

Info e biglietti : www.totemagenta.org – www.teatrolirico.it

Biglietti: Platea 18€, galleria 12€ e ridotto under 26 anni 10€
Per acquisti online: https://www.vivaticket.com/it/biglietto/maratona-bach/174015

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