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Dall'archivio:

Processo Novaceta: condanne pesanti per gli imputati, 1.500 euro agli ex lavoratori

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Diciassette condannati, due assolti. Ai 20 ex lavoratori della Novaceta di Magenta i giudici hanno stabilito una provvisionale immediatamente esecutiva di 1.500 euro a testa. Oggi al terzo piano del Tribunale di Milano è stata emessa la sentenza di primo grado per il processo di bancarotta che ha chiamato in causa amministratori ed ex dirigenti dello storico stabilimento magentino di viale Piemonte che ha chiuso nel 2009. Alle 10 di ieri mattina il giudice è entrata rimandando la lettura della sentenza alle 14 del pomeriggio, al termine della camera di consiglio.

Erano le 17 quando, davanti ai legali degli imputati e al Pm Bruna Albertini sono state pronunciate le condanne. La sala era piena di avvocati, pochi gli imputati presenti. Immancabili gli ex lavoratori entrati in aula già alle 9 del mattino. I nomi di spicco sono quelli di Gianni Lettieri, condannato a 4 anni e 4 mesi, Massimo Cimatti, sette anni, Nicola Squillace sei anni e mezzo, condannato anche Roberto Tronchetti Provera. “I giudici non hanno inflitto le pene richieste dal pubblico ministero, ma si tratta comunque di condanne importanti – ha commentato l’avvocato Antonella Giola, che tutela gli interessi degli ex lavoratori costituitosi parte civile – ora attendiamo 90 giorni per conoscere le motivazioni e ci faremo un’idea più precisa. A mio avviso la cosa più importante è che ai lavoratori è stato riconosciuto un danno attuale che deve essere risarcito in via provvisionale”.

Potranno sembrare pochi 1.500 euro a testa per persone che hanno perso il lavoro, ma secondo il legale non è così. Il giudice non ha solo ammesso la costituzione di parte civile dei lavoratori, ma ieri ha riconosciuto loro l’esistenza di un danno non patrimoniale. Le altre parti civili, Novaceta e Bemberg Cell, si sono viste riconoscere la somma rispettivamente di un milione e quattro milioni di euro. “Ora spetterà ai lavoratori decidere se agire o meno in sede civile – ha concluso l’avvocato Giola – ripeto che da questa sentenza emerge, come dato importante, il riconoscimento di un danno che va immediatamente risarcito. In sede civile tale danno potrà essere adeguatamente quantificato”.

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