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Primo Piano. Di Emanuele Torreggiani. Saverio Cotticelli, storia di un uomo leale

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Saverio Cotticelli, 69 anni, è il commissario ad acta per la sanità calabra (ormai ex ndr ). L’uomo che sta facendo ridere mezza Italia causa il filmato in cui non sa dare risposte al giornalista in merito al piano pandemico di cui egli è responsabile. Un filmato imbarazzante, perlomeno. Un filmato che lo inchioda, si direbbe, senza scampo. Infatti si è dimesso immediatamente oppure è stato sollevato dall’incarico. Non ho capito bene la cronologia eventuale. Ma sia, il filmato mi ha fortemente colpito, per motivi che spiego nelle righe seguenti, e mi sono chiesto chi sia questo signore. È un ex generale di corpo d’armata dei carabinieri. Caspita, mi dico. Un generale di corpo d’armata dei carabinieri è rango assoluto. E qui, da vecchisimo cronista, un tempo facevo il mestiere, sono andato a rivedere il filmato fuor di rancore. L’intervistatore sa tutto: quando pone la domanda già conosce la risposta. Chi non conosce i documenti è, per l’appunto, l’intervistato. Come mai? Non lo so. Vedo però che l’intervistato non mente, non accusa nessuno fuor di se stesso. È lì davanti alla propria esecuzione e non si nasconde, non traccheggia. Prende dannatamente atto di una concatenazione di avvenimenti che egli ben conosce e ne tace. Si assume la responsabilità piena e totale del fallimento. È un vecchio soldato. È, ai miei occhi, un uomo. Ed in questo suo essere uomo, di là dalla retorica di fanfare e bandiere, che scorgo il dovere della responsabilità, dell’educazione, dell’autodisciplina che sono principi su cui si fonda il grado di ufficiale superiore. Educatissimo non chiede al giornalista, che sa tutto, chi l’ha informata nel dettaglio? Domanda alla quale un giornalista, lecitamente, non risponde mai.
Ma è una domanda che merita di essere posta in questa nota, e, la domanda, sottintende il concetto di fondo: perché il commissario Saverio Cotticelli è stato sputtanato in questo modo… premesso che non può essere né un cretino né tantomeno un incapace, il suo curriculum è indiscutibile, evidentemente, azzardo io, il già generale ha pestato i piedi a chi ha grossi interessi alla sua cacciata. Come è avvenuto in direttissima, cacciato da chi l’altro ieri l’aveva riconfermato. Vale a dire il signor presidente del consiglio & co. Perché l’avevano riconfermato? Questa è una domanda, a che titolo? vista la evidente mancanza di ogni presupposto fattuale. E contestualmente la struttura commissariale, impiegati, dirigenti di primo e secondi livello, nulla sapevano? Un generale, proprio perché soldato, dispone il comando facendo leva sulla lealtà di chi riceve l’ordine. Lealtà che in ambito commissariale è venuta meno. Tutta la struttura appare, ai miei miopi occhi, degradata. Il commissario no. È l’unico uomo, duro con se stesso quindi fragile, che sta pagando causa gli scellerati che l’hanno tradito. Non ci vuole nulla a celare un documento. Ci vuole la volontà di farlo. Il dolo. Credo sia andata così. E scellerati pure quelli che confermano incarichi magniloquenti senza provvedere alle corrette analisi sull’operato: con dedica al signor presidente del consiglio & co. C’è un marcio in questo disgraziato paese che è arrivato sino al cielo.
Emanuele Torreggiani

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