MILANO – La Lombardia conta un numero di decessi impressionante. Ma “calcolare oggi il tasso di mortalità non ha senso perché è rapportato al numero di tamponi eseguiti che sottostima, fino a dieci volte, il numero reale di malati”. Lo afferma il virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco al ‘Corriere della Sera’.
In numeri assoluti ci sono quasi ottomila morti, contro 532 del Veneto. “Ma è così difficile da capire che le due Regioni non sono minimamente paragonabili per gravità della situazione di partenza?”. Quanto ai tamponi agli operatori sanitari, “ai sintomatici viene fatto. Per gli altri, allora, ci vorrebbe per tutti il tampone quotidiano. Perché chi oggi non è infetto lo può essere domani”.
“Sicuramente la Lombardia sconta almeno 12 giorni di ritardo nelle chiusure. E non per colpa sua”. Lo afferma sempre il virologo dell’Università di Milano, che al ‘Corriere della Sera’ precisa: “A me risulta che dalla Lombardia fosse stato subito chiesto di bloccare tutto, ma Roma ha temporeggiato. Lo dico con rammarico”. Nel frattempo sono stati moltiplicati i posti nelle Terapie intensive. Ma la situazione sul territorio sembra sfuggita di mano. “Al di là degli sforzi encomiabili di medici di famiglia che in alcuni casi ci hanno rimesso anche la vita, la medicina del territorio non ha funzionato al meglio”.