― pubblicità ―

Dall'archivio:

Portaluppi (FI): “Le mie idee per Magenta, la questione Pontenuovo e il futuro dell’ex Saffa”

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Il candidato al Consiglio comunale di Forza Italia illustra a Ticino Notizie le sue idee per fare ripartire la città. Partiamo dall’area ex Saffa e il futuro di Pontenuovo, un tema che il dottor Portaluppi conosce molto bene, avendo iniziato la sua carriera di dirigente a soli 28 anni nella storica cartiera

MAGENTA –  Lo scorso 30 marzo  con deliberazione n. 58, la Giunta Comunale presieduta dal Sindaco Marco Invernizzi ha approvato il “Protocollo d’intesa relativo ad un progetto di Infrastruttura di Coesione Sociale indirizzato all’area Ex-S.A.F.F.A.”.

 

Tale atto pone inevitabilmente  alcune riflessioni:

*             In primo luogo ci si chiede che senso abbia l’approvazione del suddetto protocollo d’intesa,  con provvedimento urgente ed immediatamente eseguibile, da parte della Giunta Comunale  ormai prossima alla  fine del suo mandato.

*             E’ quanto mai improprio definire “progetto” un utopistico insieme di idee, assolutamente privo di un’analisi di fattibilità non solo tecnica, ma anche e soprattutto gestionale e finanziaria rapportata ad un ben definito arco temporale, e di chiari impegni da parte degli attori coinvolti, che ne supportino la concreta sostenibilità; tutte componenti fondamentali di uno studio programmatico preparatorio  degno di fregiarsi del titolo di “progetto” e del relativo protocollo d’intesa.

*             “Welfare” e “Format di infrastruttura di coesione sociale” e i poco calzanti esempi di realizzazioni (uno) e di analoghe previsioni portati a sostegno dell’idea proposta ben rivestono il ruolo di slogan di propaganda elettorale.

*             Non ultimo, sorprende la semplicità con cui si è individuato, almeno in apparenza, il soggetto proprietario dei beni, che è tra i sottoscrittori del protocollo, quando altri ancora si arrovellano nel tentativo di capire a chi appartengano le aree della ex-SAFFA nell’intricato meccanismo di scatole cinesi dei controlli societari. Occorrerà far chiarezza anche su tale punto.

*             Su ben altro livello dovrebbe fondarsi l’approccio al problema (o “risorsa”, per rifarsi ad altro slogan propagandistico) “Ponte Nuovo”. Innanzitutto storico: dopo l’uscita di scena della S.A.F.F.A., sul finire del 1900, la frazione, privata del suo riferimento, si è sviluppata in maniera disomogenea. Molti degli edifici che sorgevano all’interno dell’area dello stabilimento si sono trovati in disuso e, pertanto, in stato di abbandono, con conseguente degrado e perdita di parti consistenti delle strutture.  A questo si è aggiunto che in epoca recente, per tre anni consecutivi, gruppi di extracomunitari hanno perpetrato una vera e propria campagna di furti spogliando gli immobili dello stabilimento di tutto ciò che poteva costituire una risorsa sul mercato nero di rame (proveniente dai chilometri di cavidotti e dalle coperture degli edifici), parti in ferro, serramenti, arredi, macchinari….  Armati e senza scrupoli, trovando facile nascondiglio nel dedalo di edifici e condotte interrate, non hanno trovato ostacolo nemmeno nelle Forze dell’ordine e hanno enormemente accelerato il degrado della ex S.A.F.F.A. comportando spesso situazioni di pericolo anche alle parti dello stabilimento ancora in funzione, soprattutto per la manomissione dei cavi della corrente elettrica. Questo, quindi, lo scenario con cui si deve confrontare l’ipotesi di un riutilizzo di parte degli immobili ricadenti nell’area.

*             Un programma calato nella realtà del territorio deve prendere il via dal nodo ancora aperto del tracciato della tangenziale della città, che inevitabilmente influenzerà l’assetto di tutta l’area, cercando anche confronto e consenso nel limitrofo comune di Boffalora, sul cui territorio in parte si estende.  Un insieme coordinato di progetti, in attuazione di un Masterplan ragionato ed esteso ad una realtà che è anche sovracomunale, che evidenzi, non tanto “quantità”, mc di insediamenti, ma in primo luogo collegamenti vecchi e nuovi, rapporti  tra porzioni di territorio prima separate e tra queste ed i luoghi simbolo della storia della frazione, intorno ai quali far rinascere la sua identità.

 

(*spazio informativo a cura del candidato)

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi