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Dall'archivio:

Popilla Japonica, conosciamo meglio il ‘killer’ delle colture nella valle del Ticino (e non solo)

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

 

MILANO – E’ uno dei peggiori incubi per gli agricoltori nella valle del Ticino (e non solo).

La temibike Popillia japonica Newman (Coleoptera Rutelidae) è una specie originaria del Giappone, ma è presente in altri Paesi, tra cui gli Stati Uniti d’America. In Europa era nota solo nelle isole Azzorre (Portogallo), mentre non era presente in Europa continentale prima del suo recente ritrovamento, nell’estate del 2014. In alcuni comuni della zona settentrionale della Valle del Ticino. Per gli ingenti danni economici che può provocare è considerata dalla normativa fitosanitaria un organismo nocivo da quarantena.

La larva infesta i prati nutrendosi delle radici. Gli adulti sono polifagi e attaccano piante spontanee, di pieno campo, ornamentali e forestali determinando defogliazioni e distruzione della pianta e dei fiori.

Gli adulti possono alimentarsi su quasi 300 specie, ma i danni più gravi interessano un numero limitato di piante. Tra le più colpite ci sono: acero, glicine, rosa,rovo, tiglio, olmo, mais, melo, pesco, soia, vite.

“Quest’anno la strategia di controllo – ha detto Fabio Rolfi, assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi – prevede anche l’utilizzo di un nuovo tipo di trappola. Si tratta di una struttura formata da un treppiede ricoperto da una rete. Gli insetti vengono attirati verso la trappola dall’attrattivo posizionato al centro del treppiedi e vengono intercettati dalla rete. Il contatto degli adulti di Popillia japonica con la rete consente l’assorbimento di minime quantità di insetticida di cui è intrisa. La perdita di vitalità non è immediata, ma consente all’insetto di volare e muoversi ancora per qualche minuto”.

“Per l’utilizzo di questo tipo di trappola i Servizi fitosanitari di Lombardia e Piemonte – ha sottolineato Rolfi – hanno chiesto e ottenuto una particolare autorizzazione dai ministeri della salute, dell’ambiente e dell’agricoltura”.

Entrambi i tipi di trappola sono strumenti molto efficaci, ma devono essere utilizzati esclusivamente nell’ambito di strategie territoriali. Il loro potere attrattivo è superiore alla capacità di cattura e così una trappola collocata all’interno di un orto o di un giardino richiama insetti da centinaia di metri con la conseguenza di aumentare notevolmente il danno a carico della vegetazione presente, foglie, fiori e frutti. Il Servizio fitosanitario chiede quindi la collaborazione di tutti i cittadini perché le trappole non vengano spostate, sottratte o manomesse. I tecnici del Servizio fitosanitario si occuperanno della loro manutenzione.

 

Come era atteso, in questi giorni si stanno registrando i primi disagi per chi ha orti e giardini nei comuni maggiormente infestati.

Consultando i siti http://www.ersaf.lombardia.it/Popillia_japonica/ è possibile leggere e scaricare le schede con le indicazioni per la difesa e rimanere informati sulle attività di monitoraggio e controllo di Popillia japonica messe in atto dal Servizio fitosanitario della Lombardia. Anche l’ente Parco naturale lombardo della valle del Ticino, che collabora con il servizio fitosanitario fin dal primo ritrovamento di Popillia japonica, è impegnato nelle azioni di sensibilizzazione e informazione.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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