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Pontevecchio di Magenta: sabato sera GRANDE omaggio a Trinità e Bambino. Una bella idea

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PONTEVECCHIO DI MAGENTA Non sappiamo di chi sia stata l’idea, ma cominciare la lunga e ricca festa patronale di Pontevecchio 2022 (finalmente libera da Covid e restrizioni) con una cena omaggio a uno dei più iconici film italiani è davvero un gran colpo.
E così domani sera, sabato 3 settembre, ci si ritroverà a pasteggiare fagioli e salsiccia nell’attesa di rivedere (chi non l’ha mai visto?) un film che può ben dirsi leggendario.

Infatti di film cult come Lo Chiamavano Trinità ce ne sono pochi, e ora che sta per tornare sul grande schermo abbiamo pensato di parlare delle curiosità più interessanti sulla celebre pellicola che ha visto il compianto Bud Spencer (Carlo Pedersoli) e Terence Hill (Mario Girotti) protagonisti in coppia per la quarta volta.

Un film, quello diretto da E.B. Clucher (Enzo Barboni) e uscito il 22 dicembre 1970, che ha lasciato il segno negli anni, sin dal suo esordio al cinema. Per chi non lo sapesse, la pellicola, che rientra nel sottogenere dei fagioli western (più commedia degli spaghetti western), ha registrato il maggior numero di spettatori nelle sale italiane fino al 1986.

La storia segue Trinità, un pistolero pigro e indolente che giunge in un villaggio dove ha la sorpresa di trovare suo fratello Bambino, nelle insolite vesti di sceriffo. In realtà costui, che è un ladro di bestiame, ha accettato l’incarico per poter mettere a segno impunemente un furto ai danni di un facoltoso proprietario di cavalli. I due fratelli però si troveranno a dover difendere la comunità mormona dalla prepotenza di Harrison e dei suoi uomini.

Per la scena iniziale, dove vediamo Terence Hill mangiare un’intera padella di fagioli col sugo, l’attore fu costretto a un digiuno di 36 ore. Tra l’altro, grazie a questa idea, la scena risultò così realistica che non fu necessario girarla una seconda volta. Lo ha rivelato lo stesso Terence Hill nelle numerose occasioni in cui lo hanno intervistato.

 

Tra le curiosità ce ne è una che riguarda Quentin Tarantino, il quale non ha mai nascosto di amare il film Lo Chiamavano Trinità. Il regista ha omaggiato la pellicola di Enzo Barboni in Django Unchained, usando la canzone Trinity nella scena finale del film e nei successivi titoli di coda.

Lo Chiamavano Trinità ha raggiunto incassi record nella stagione cinematografica italiana 1970/1971, portandosi a casa ben 3.104.061.000 lire. Al box office debuttò al secondo posto, piazzandosi dietro a Per grazia ricevuta di Nino Manfredi. Il film ha riscontrato molto successo di pubblico anche durante i suoi numerosi passaggi in televisione, e nel 1988 ha fatto registrare un ascolto di oltre 11 milioni di telespettatori dall’Auditel.

Secondo la critica del tempo, la pellicola ha innovato il genere “spaghetti western”, prendendone in giro molti stereotipi in maniera intelligente. Non solo: ha messo da parte il rosso del sangue per dare tutto lo spazio a ceffoni e calci. Ricordiamo, infine, che il successo de Lo Chiamavano Trinità portò alla realizzazione del sequel …continuavano a chiamarlo Trinità, sempre diretto da Enzo Barboni ma l’anno successivo, nel 1971.

E così, per l’ennesima volta, domani si potranno godere le geste di Trinità e di suo fratello maggiore Bambino, improbabile sceriffo; di Faina e Timido, con battute leggendarie come ‘ehi tu, elegantone..’ oppure ‘Emiliano non tradisce..’

Chapeau al nutrito gruppo che ha organizzato la Patronale della frazione magentina.

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