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Pesenti (Policlinico): ‘Errori in Lombardia? Anche, ma abbiamo evitato il collasso’

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MILANO – “Degli errori sono stati fatti. Ma io non mi dimentichero’ mai la sera del 7 marzo: davanti ai miei occhi ho visto il rischio di collasso del sistema ospedaliero. Centinaia di pazienti in fame di ossigeno che avevano bisogno di essere ventilati e i letti che non bastavano mai”.
Cosi’ Antonio Pesenti, primario del Policlinico di Milano, che ha coordinato tutte le Terapie intensive lombarde, in un’intervista al Corriere della Sera.
“Abbiamo creato racconta – letti di rianimazione nei corridoi, nelle sale operatorie, nelle stanze di risveglio. Abbiamo sventrato interi reparti per fare posto ai malati gravi. Davanti alla catastrofe la Lombardia ha reagito a testa alta”.
    Sui tagli ai posti letto, sostiene: “Bisogna chiarire che i tagli avvengono in seguito a indicazioni ministeriali. Dopodiche’, ai primi di marzo la Sanita’ privata e’ stata convocata e invitata a dare il proprio apporto. Da quel momento in poi l’ha dato. Certo, e’ difficile pensare che l’abbia fatto senza un rimborso. Ovvio. Ma in ogni caso il contributo c’e’ stato”.
    Sull’assenza di mascherine per medici e operatori sanitari, si giustifica: “Ma i Dpi erano introvabili”, e sui pochi tamponi aggiunge: “Li abbiamo elemosinati ovunque”.
    Lo ‘tsunami’ che ha travolto la regione lombarda, Pesenti lo spiega con “l’enorme quantita’ di casi”. Ma puo’ essere una giustificazione sufficiente? “Ribadisco – insiste – degli errori forse sono stati fatti. Ma la lezione deve servirci: la Sanita’ pubblica, cioe’ quella branca della medicina che si occupa della salute della comunita’, deve essere valorizzata.
Deve sempre prevalere l’interesse comune rispetto a quello dei singolo individuo”.

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