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Dall'archivio:

Perché Silvia Minardi farebbe bene a dedicarsi all’insegnamento (full time)

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MAGENTA – E’ il 17 gennaio ma sembra l’1 aprile, il giorno dei pesci e delle solenne prese in giro. E’ quello che abbiamo pensato ieri leggendo il comunicato di Progetto Magenta sulla vicenda ATS e Lorenzo Garagiola.

In premessa, è opportuno sottolineare che benché lo scrivente sia da anni notoriamente e dichiaratamente vicino alla destra (e a FDI in particolare) poco o nulla conta, se fosse successo con un esponente di Rifondazione Comunista avremmo reagito allo stesso modo.

Conosco Lorenzo Garagiola da anni, la sua passione civile e politica, come lo conoscono molti degli aderenti a Progetto Magenta e la stessa Silvia Minardi (Magenta non è Los Angeles), pertanto ritenere scandalosa la nomina di un laureato in Economia e dottore commercialista in seno ad un’azienda pubblica SENZA RETRIBUZIONE è scandaloso in sè (il pensiero che lo sia, intendiamo).

Perché Silvia Minardi e Progetto Magenta NON LO DICONO, NEL COMUNICATO. Non dicono che non  è previsto alcun compenso (cosa che peraltro lo scrivente reputa gravemente sbagliata, ma questo è un altro discorso), non dicono dei suoi titoli, non dicono che assieme a Garagiola è stato nominato un manager di elevato profilo come Giuseppe Pinna, che vanta persino un Ambrogino d’Oro e una lunghissima carriera in aziende di grande importanza; non parlano dei titoli di Emanuela Garanzini, la terza componente del Cda.

Dove sarebbero, perciò e di grazia, corruzione malaffare? Sappiamo che Silvia Minardi è una valente docente di lingue straniere. Pensa forse che la sua professionalità possa essere esercitata, dopo decenni di perfezionamento e studio, gratis ed amore Dei? Non pensiamo. Mentre invece Garagiola sì, lo farà gratuitamente.

Ma la cosa che ci ha letteralmente fatto sobbalzare è l’espressione “vecchia politica”, del tutto inaccettabile per chi come Silvia Minardi ha fatto politica per anni, ne conosce grammatica, linguaggio e ritualità. E’ uscita dal Pd e dal centrosinistra dopo che Marco Invernizzi fu scelto per candidarsi a sindaco. Succede. E’ avvenuto tutto con le modalità proprie e consuete della politica stessa, chi è caratterialmente forte trasforma ogni sconfitta in azione rinnovata e rafforzata, non se ne scappa col pallone e magari si crea una lista civica, partita con toni roboanti e che arriva lontanissimo persino dall’arrivare al ballottaggio. Ma ci faccia il piacere, professoressa.

Ci faccia il piacere di non usare un lessico da populismo grillino e pauperista, senza ricordare che Ats è una società pubblica detenuta da 13 Comuni, i cui reggenti amministrativi sono organismi POLITICI scelti dal popolo,  non da Topolino ed Eta Beta, e pertanto la politica ha TUTTO IL DIRITTO ED IL DOVERE DI SELEZIONARNE I VERTICI. Una politica che, come auspicato sempre più spesso, selezionato tecnici di alto livello (Pinna e la Garanzini) ma che per Progetto Magenta non deve ricorrere a nomine politiche. E chi allora, un marziano di passaggio per l’est ticino e cooptato nel cda di un’azienda pubblica attiva nel settore dei trasporti perché in grado di guidare un Ufo e o una navicella spaziale come Actarus?

La  vecchia politica che la Minardi addita con modalità da censore di bennatiana memoria (Signor Censore – che fai lezioni di morale tu che hai l’appalto per separare il bene e il male, sei tu che dici quello che si deve e non si deve dire… Signor Censore – nessuno ormai ti fermerà
e tu cancelli in nome della libertà la tua crociata per il bene dell’umanità..) e che la consigliere di minoranza ben conosce e ha frequentato con assiduità, è quella che ha creato aziende come Atm, organismi innovativi ed esemplari come il Parco del Ticino, quella che ha prodotto figure di altissimo spessore (tanto per rimanere nel perimetro del cattolicesimo democratico, quello in cui la Minardi si riconosceva prima di lanciarsi in spericolate fughe personalistiche) come Umberto Re o Albertino Marcora, o Maria Pia Garavaglia per declinare il tutto al femminile.

Consideriamo questo mix di omissioni, di mezze verità e di pauperismo 3.0 inaccettabile, nei modi, nei toni e nel merito.

Consigliamo vivamente a Silvia Minardi la lettura di un illuminante passo di Paolo Cirino Pomicino e Giuliano Ferrara, che non hanno mai creato liste civiche come Progetto Magenta, misurandosi col Potere e l’arte del Governo (quello vero, non i banchi consiliari di una media cittadina, a cui si è sempre limitata la carriera politica della Minardi). C’è sempre da imparare, cara professoressa; come lei ci insegna, a qualsiasi età. E a nostro modesto avviso, in questo momento, lei è ‘unfit to lead Magenta’, tanto per usare una lingua che lei conosce meglio dello scrivente. Ma ci eviti, gliene saremmo grati, tonfi così goffi e inescusabili. Quindi, considerandola noi un’ottima docente, le consigliamo di dedicarsi all’insegnamento (full time). 

Fabrizio Provera

“Ricordava Platone che chi non sa fare un paio di scarpe non si metterà mai a fare il calzolaio, così come  chi non sa di medicina non curerà mai gli ammalati. Tutti, però, si ritengono all’altezza di guidare lo Stato e il paese. Nessuna scuola, professionale o classica che sia, potrà mai dare quel profilo culturale e di sensibilità che la politica richiede. È nella vita delle associazioni ma innanzitutto in quella dei partiti che si apprendono e dialetticamente si accettano strategie e programmi. È negli enti locali che si matura la prima esperienza, ci si confronta con il potere amministrativo e con la capacità di applicare le proprie idee nella realtà quotidiana. E infine è nell’attività legislativa parlamentare che si assume una visione d’insieme dei bisogni e delle risposte che essi sollecitano, allenandosi a mantenere sempre viva l’attenzione sugli effetti che una norma legislativa produrrà sul corpo vivo della società e dei suoi legittimi interessi” Paolo Cirino Pomicino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Ogni volta però il compromesso viene rimesso in discussione in modo demagogico. C’è un’ala che si considera perdente e che eccita gli animi, indementisce i cervelli, costringe gli italiani alla più tremenda delle sudditanze: la menzogna ideologica, come accade adesso con la spinta del più stupido e incostituzionale dei partiti-setta, quello dei cosiddetti grillini. Si fa il connubio, da sempre, e da sempre si finge la purezza irrealistica di una politica libera dai suoi impacci, che sono il sale della politica specie in una democrazia parlamentarista che ha rifiutato il maggioritario, l’uninominale, il presidenzialismo o semipresidenzialismo, le tecniche utili a fissare regole di compromesso che significano governo del paese e sua stabilità. Ci si rifugia nell’insulto, nell’insinuazione, nel dispregio personale e di gruppo. La nozione stessa di governo del paese non ci piace, la consideriamo un orpello inutile se non una minaccia al nostro spirito di insubordinazione conformista. I giornali e le televisioni sono in questo sempre all’avanguardia. I borghesi, come ha spiegato bene Angelo Panebianco, isola di intelligenza che galleggia nel mare del consenso disinformato, hanno paura di perdere terreno ogni volta che si cerca di stabilire un perimetro utile al governo del realismo e dei significati, la nebbia della guerra risale se qualcuno cerca una pacificazione intelligente” Giuliano Ferrara

 

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