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Dall'archivio:

Perchè le donne chiedono solo di essere….donne

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Qualche giorno fa, su un treno semivuoto che partiva da Milano ascolto involontariamente una conversazione telefonica di una giovane ragazza seduta davanti a me: “Gliel’ho detto che ero incinta e che non potevo fare tempo pieno, mi hanno detto che non vado bene…” , non avrà avuto neanche trent’anni, era triste in volto e gli occhi umidi di chi aveva pianto, ma con la voce si faceva forza e non voleva far capire all’interlocutore il suo disagio (chissà stava telefonando il compagno o la madre), parlava in un dialetto meridionale, veloce e molto stretto, forse non si voleva far capire. Ho ascoltato involontariamente e grazie alle mie origini napoletane capivo quello che diceva. “Ho detto loro se mi potevano far fare part-time, ma mi hanno detto che non era possibile. Mi hanno però detto che sono stata brava a dire loro che ero incinta”, sì, lei era stata brava, come no, intuivo la sua delusione che davanti ad una notizia così bella, attendere il proprio bambino – chissà il primo figlio – lei ha dovuto lasciare il lavoro. Racconta che aveva già frequentato il periodo di formazione prima di cominciare a lavorare e che l’ambiente le piaceva nonostante dovesse fare dei turni, può darsi che era un lavoro da commessa oppure da cassiera. Sta di fatto che lei dopo il suo annuncio ha perso il lavoro e non gli sono state date ovviamente speranze di essere riassunta dopo la maternità. Si faceva forza sia con la parola, sia toccandosi la pancia, come se solo così poteva dare un senso a quello che le era accaduto.

 

 

 

 

 

 

 

 

Giorno successivo, leggo i dati Alma riportati da diverse testate: le donne continuano a guadagnare meno degli uomini. Il divario anche tra i contratti a tempo indeterminato premiano i colleghi maschi. Che siano mamme laureate o single con due lauree specialistiche le donne in media sono pagate meno degli uomini. Per lo stesso lavoro a tempo pieno gli uomini guadagnano 1.675 euro in media rispetto ai 1.416 delle donne. Pertanto la parità salariale è ancora molto lontana.

Oggi è l’Otto Marzo, il giorno in cui il mondo si ricorda del valore delle donne. Un valore che dovrebbe essere rispettato e valutato ogni singolo giorno. Nei paesi poveri e in via di sviluppo le donne non hanno ancora molti diritti, spesso sono vittime di violenza e il tasso di istruzione è basso. Negli opulenti paesi occidentali la situazione delle donne è diversa ma sempre difficile: dalla maternità alle difficoltà che incontra una donna a far conciliare gli orari di lavoro con la cura dei figli e della famiglia. E non esistono oasi felici. Riscontriamo ancora discriminazioni nella pubblica amministrazione così come nelle aziende, grandi o piccole che siano. Per non parlare delle grandi catene commerciali, dove c’è scarsissima attenzione al benessere delle lavoratrici.

Il valore delle donne dovrebbe essere valutato dalle donne stesse, spesso in ambiti lavorativi non fanno gruppo tra loro, non sanno fare una vera e propria lobby, lasciando così spesso i vertici agli uomini.

Il valore delle donne dovrebbero ricordarselo tutti i giorni gli uomini, anche coloro che velatamente non le considerano, quando cioè fanno fatica ad ascoltarle quando sono in una riunione di lavoro, guardano solo l’aspetto fisico e che devono sempre pensare a strategie perverse e a meccanismi strani dietro al successo di una donna che ricopre cariche di rilievo.

Le donne chiedono solamente di essere donne che sia sul posto di lavoro, in casa ovunque, in qualsiasi ruolo con i loro pregi e i loro difetti, pregi e difetti non inferiori a quelli che hanno gli uomini.

“Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani (Da “Alle donne”, lettera di San Giovanni Paolo II, 1996).

 

Mariarosa Cuciniello

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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