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Perché criticare le cene di Gala di Abbiategusto è una ‘cagata pazzesca’ (cit. Ugo Fantozzi)

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ABBIATEGRASSO – Ci siamo pressoché sempre attenuti alla regola- di buon gusto, più che di deontologia- di non intervenire mai sui pezzi dei colleghi o degli altri giornali locali. Siamo una cosa diversa e facciamo il nostro, la polemica non ci spaventa, anzi spesso la fomentiamo.

Ma dopo aver letto il pezzo apparso stamani sull’edizione on line di Ordine e Libertà, centrato sull’attacco del consigliere di minoranza Graziella Cameroni (Pd) alle cene di Gala di Abbiategusto, francamente non ce l’abbiamo fatta a trattenerci. Ecco perciò la nostra replica.

 

Era il 3 novembre 1987 quando Il Gambero Rosso, all’epoca supplemento del quotidiano Il Manifesto, pubblicava a sua volta un Manifesto, quello di Slow Food. A firmarlo gente come Dario Fo e Francesco Guccini, Sergio Staino e Valentino Parlato e un altro gruppetto di teste pensanti e capaci di un approccio trasversale come Folco Portinari, Gina Lagorio, Enrico Menduni e altri. Oltre ovviamente a Carlo Petrini e a Stefano Bonilli.

Furono loro a metter su quella think task quanto mai eterogenea destinata ad avere un’influenza che – nella politica e ella cultura – probabilmente non ha avuto pari. Sono passati 32 anni, eppure c’è una parte di sinistra (in salsa abbiatense) che non ha ancora CAPITO cosa significhi l’alta cucina nelle sua varie articolazioni. Ed è un ‘eccezione, infelicissima. Da ogni parte, a ogni latitudine, sono state persone che nella vita hanno passato anni, decenni tra le fila del Partito Comunista Italiano (un partito serio, articolato, ideologico, gerarchizzato), ad aver ‘germinato’ realtà come Slow Food, Arcigola, Gambero Rosso. E’ stato Angelo Ceretti, bon vivant, ma soprattutto Adolfo Lazzaroni (vero e proprio braccio armato dell’evento) a capire, con decenni di anticipo, quanto la cucina, la cultura materiale (che è anche lusso, foie gras, astice, grandi vini: anche, non certo solo) sia ESSENZIALE per l’identità di un popolo, ognuno, a partire da quello italiano. E cosa fa un esponente del Pd, peraltro al solito lucido e intelligente come Graziella Cameroni? Critica le cene di gala, superba idea della sinistra abbiatense (diamo a Cesare, non Nai, quello è che di Cesare, e a Lazzaroni quello che è di Lazzaroni), che assieme ai piatti popolari, che hanno SEMPRE distinto Abbiategusto, ha generato in 20 anni un indotto (calcolato da Amaga nel 2013, grazie alla lucida intelligenza di chi, per ragioni familiari, viene dalla storia di uno dei più importanti e segnanti dirigenti del Partito Comunista di Abbiategrasso: Edo Carini) di almeno 5 milioni di euro. Sì, perché ogni Abbiategusto ‘ributta’ sulla città almeno 300mila euro. E a chi vanno questi soldi? A ricchi epuloni? No, vanno ad attività economiche, ad espositori, a bar e ristoranti, dove la sera lavorano ragazzi che si pagano l’università. Quanto di più INTERCLASSISTA vi sia.

E cosa fa la Cameroni, in ritardo di mezzo secolo sulle barricate in stile Mario Capanna? Parla di cene ‘slegate’ dal popolo. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse (quasi) da piangere. Senza una visione complessiva della realtà, anche di Abbiategusto, non si fa un passo in avanti. Ma solo 1, 10, 100 passi indietro verso il populismo e la demagogia. Cara signora Cameroni, anziché usare certi argomenti boomerang, ossia criticare quanto la SUA parte politica ha ideato brillantemente, ricordi che l’Amministrazione di cui LEI era vicesindaco non ha neppure raggiunto il ballottaggio, nonostante la corsa  coraggiosa (e di fatto solitaria) di Lele Granziero. Nella sua rispettabile carriere di docente lei ha esercitato la complessa arte del giudizio. Ma che voto darebbe a questa sua uscita, se non un sonoro ZERO? E penso di essere stato generoso. Perché se dopo decenni di Slow Food, dopo i libri di Carlo Petrini, Massimo Montanari, dopo mezzo secolo di Gino Veronelli, un esponente politico di centrosinistra usa certi argomenti, beh allora siamo prossimi alla perdita di ogni speranza per il futuro. Che stonatura, consigliere. Che stonatura…

Fabrizio Provera

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