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Perché Corbetta sostiene l’Azerbaijan? Di Giacomo Cella

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CORBETTA – In questi ultimi mesi si è riacceso il conflitto tra Armenia e Azerbaijan per il controllo del Nagorno-Karabakh. Stavolta però la sproporzione tra le forze in campo è devastante. Droni, soldati e supporto strategico sono stati forniti agli azeri dalla Turchia di Erdogan. Nulla possono contro le nuove tecnologie i soldati armeni, muniti ancora di vecchie armi e veicoli sovietici.

Ormai solo la fede e la coscienza di essere gli eredi di una delle più antiche comunità cristiane permettono al coraggioso popolo armeno di continuare a lottare. Tutt’attorno si è fatto nuovamente buio, nubi oscure sono riapparse all’orizzonte. Da una parte l’Arzerbaijan dall’altra la Turchia incombono minacciose. Gli incubi del passato sembrano ripresentarsi. Lo sanno bene i tantissimi armeni sparsi in tutto l’Occidente che nel secolo scorso dovettero abbandonare la propria terra natia, in una vera e propria diaspora, per salvarsi dal progetto di rimozione etnica e culturale perpetrato a inizio secolo da Atatürk, erede dell’Impero Ottomano e considerato il padre fondatore dell’odierna Turchia, e poi di nuovo nel corso degli anni 90 dall’Azerbaijan.

 

Adesso, lontani migliaia di chilometri dalla propria terra, gridano affinché coloro che considerano fratelli possano finalmente accorrere in loro aiuto e mettere una volta per tutte la parola fine alla loro triste vicenda. I fratelli di cui implorano l’aiuto siamo proprio noi occidentali. Il più delle volte però la loro voce rimane inascoltata.  Pensiamo infatti a come debbano sentirsi ad apprendere che anche in Italia ci sono comunità che appoggiano coloro che stanno distruggendo chiese e monasteri, simbolo della comune fede cristiana. È il caso dell’amministrazione di Corbetta, provincia di Milano, la quale nell’ultimo consiglio comunale tenutosi il 30 novembre ha approvato una mozione che incredibilmente prende le difese dell’Azerbaijan.

La causa non è del tutto chiara: perché proprio a Corbetta, è stata approvata una mozione del genere che nulla ha a che vedere con i propri abitanti? Questa domanda è legittima e se la stanno facendo tanti in paese. Per questo meriterebbe una risposta. Bisogna dire che la consigliera Elisa Baghin (firmataria della mozione) e il sindaco Marco Ballarini non hanno aiutato affatto a capirne il motivo. Anzi. Al contrario hanno sollevato ancora più dubbi. Hanno infatti sostenuto di esser dalla parte della pace in quell’area del Caucaso per poi però sostenere l’Azerbaijan, che da tempo mira ad annettere una volta per tutte il Nagorno-Karabakh. Il mistero si infittisce se si considera che proprio il sindaco Ballarini nell’ottobre 2019 si è recato personalmente in Azerbaijan, proprio nelle vesti di sindaco del Comune di Corbetta. Cosa spinge a negare la tragica storia armena della quale sono emblema proprio le comunità in diaspora che supplicano aiuto anche qui in Italia?

Infine, se si fosse voluta sostenere veramente la pacificazione dell’area perché non approvare – come proposto dal consigliere della Lega  Riccardo Grittini – una mozione effettivamente equidistante da entrambe le parti in guerra?

Tutto ciò meriterebbe una delucidazione.

Giacomo Cella

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