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“Per non restare a guardare: un ponte Lombardia-Calabria per sconfiggere la ‘ndrangheta”, un convegno di studio in Consiglio regionale

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Il Presidente Cattaneo agli studenti presenti: “Il mare è fatto di tante gocce, ciascuno può e deve contribuire”

MILANO – “Abbiamo davvero bisogno di non restare a guardare” ha esordito così il Presidente Raffaele Cattaneo, nell’aprire il convegno organizzato oggi in Consiglio regionale: “Un ponte Milano Lombardia per isolare e sconfiggere la ‘ndrangheta”.
Il Presidente Cattaneo ha citato Paolo Borsellino ricordando che la lotta alla criminalità organizzata “non può essere solo distaccata opera di repressione, ma deve diventare un movimento culturale e sociale che coinvolge tutti, anche perché – ha continuato Cattaneo – il tema, nonostante abbiamo cercato di esorcizzarlo, riguarda anche la Lombardia e la sfida per la legalità è più complessa di quanto non fosse in precedenza. Dobbiamo essere consapevoli della forma che certa criminalità prende, oggi, a Milano e in Lombardia, che non ha più le caratteristiche violente e riconoscibili del passato, ma l’aspetto di un’organizzazione d’affari e di finanza, con legami internazionali.” Con questa consapevolezza bisogna agire, ha affermato Cattaneo, rivolgendosi al centinaio di studenti presenti in Aula consiliare, sapendo che “anziché maledire l’oscurità è meglio accendere una candela e fare la propria parte, perché il mare è fatto di tante gocce e ciascuno può contribuire”.

 

La giornata, organizzata dal Consiglio e dalla Commissione Speciale Antimafia con l’Associazione Avviso Pubblico e la Scuola di Formazione Antonino Caponnetto, coinvolge una settantina di scuole e istituti universitari lombardi in un momento di conoscenza e di consapevolezza, anche sociologica e storica, del fenomeno delle infiltrazioni della ‘ndrangheta.
“L’iniziativa, avviata a partire dal 2016, costituisce un ulteriore fondamentale tassello nell’ambito delle attività per la diffusione della cultura della legalità. Non bisogna mai abbassare la guardia” ha detto Gustavo Adolfo Cioppa, magistrato e sottosegretario alla Presidenza della Giunta,”tutti dobbiamo essere sentinelle, attivare le sinergie fra le istituzioni e fra i cittadini ”. “E tutti, oggi, bisogna sentirsi responsabili” ha aggiunto, per l’Ufficio Scolastico regionale, Marco Bussetti, il quale ha osservato che fra i giovani il desiderio di legalità è soprattutto desiderio di trasparenza.
Il ruolo della scuola e dell’educazione è stato sottolineato anche da dal Vicepresidente della Scuola Antonino Caponnetto, Giuseppe Teri, per cui il “dialogo è la più grande forma di pedagogia antimafia, da contrapporre alla ‘educazione al sangue’ che viene invece spesso impartita”.
Una ricostruzione storico-sociologica delle caratteristiche della ‘ndrangheta calabrese – con i suoi legami di parentela e di identità, con la sua dimensione comunitaria, che diviene strumento di un’avanzata capillare non solo nel Nord d’Italia ma anche in Europa –è stato il contributo di conoscenza di Nando Dalla Chiesa, Presidente del Comitato Tecnico Scientifico Antimafia del Consiglio Regionale, Presidente della Scuola Caponnetto e della Associazione Libera contro le mafie. “La partita ora si gioca qui, al Nord” ha detto Dalla Chiesa.

 

 

“La mafia è un male nazionale che riguarda tutto il Paese. Fare rete è fondamentale “ ha detto Gianni Girelli, consigliere regionale e Presidente della Commissione Speciale Antimafia del Consiglio. “Il ‘ponte’serve a noi per guardare la Lombardia con occhi diversi” secondo Girelli “Non basta aver superato la negazione del fenomeno, per passare alla consapevolezza. Bisogna reagire con concretezza, con norme e con testimonianze, Perché mafia e corruzione sono pericoli per la democrazia e per lo sviluppo socio-economico”.
Durante i lavori, che continuano per tutto il pomeriggio, anche diversi contributi di giornalisti e sociologi.
Il percorso prevede anche un ulteriore momento di formazione per gli studenti in calendario per il 24 novembre.

 

 

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