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Pensieri Talebani- Meloni, sorpasso e scenario (macro) politico, di Fabrizio Fratus

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Aspettando un nuovo centrodestra pronto a governare con autorevolezza e idee chiare, questa è la nuova sfida e i contorni si stanno delineando. Quanto è successo in questi tre anni, dalle elezioni politiche a oggi, dimostrano che vi è necessità di coerenza e di idee chiare. Dal 2018 a oggi abbiamo avuto tre diversi governi e soprattutto dove le maggioranze che hanno composto i governi erano decisamente alternative tra loro sino al momento prima del giuramento dal Presidente della Repubblica. Questa è la dimostrazione che vi è necessità di un ritorno a partiti con idee chiare e coerenti perché i cittadini hanno diritto di votare, ma anche che i rappresentanti eletti siano vincolati dal programma e le alleanze presentate in campagna elettorale. Le giravolte non ci piacciono. Pensiamo a Matteo Salvini che sino a ieri abbiamo supportato con costanza e impegno dando a lui e alla sua Lega un’impronta specifica riconosciuta dai giornali come da diversi analisti politici. Nel 2018 il Movimento 5 stelle fu il partito più votato, il CDX la coalizione vittoriosa e il PD il partito sconfitto. Nacque il governo gialloverde che dopo un anno circa Salvini fece saltare credendo di poter andare a elezioni anticipate (un anno dopo le elezioni con il Presidente della Repubblica da eleggere poco dopo, una follia pensare di andare al voto, tanto che a Omnibus lo facemmo notare, era giugno). Ecco allora un governo giallorosso, Movimento 5 stelle Pd e ramoscelli vari. Dopo un anno sempre Matteo, ma non Salvini, d’accordo con non si sa chi, fa cadere il Conte bis per l’arrivo di Draghi alla presidenza del consiglio. Terzo governo che vede la Lega rientrare al Governo con M5S, PS e Speranza … In questi giorni abbiamo potuto verificare come la sua appartenenza al Governo non serva a nulla, Draghi sorride ma poi mantiene la linea Speranza per quanto riguarda riaperture e coprifuoco. Ma noi sappiamo che lo stare al Governo, per la Lega, era necessario per accreditarsi in Europa come forza responsabile. Solo andando verso il centro e dando visione di partito pro “Europa” potrebbe portare domani ad avere la possibilità di proporre il primo Presidente del Consiglio leghista. Ma i calcoli sono stati fatti male, come spesso accade per chi si muove guardando dalla sua posizione e non da quella di tutta la coalizione.

FDI e il prossimo sorpasso

Mentre Matteo Salvini spesso al telefono con Matteo Renzi (l’operazione Draghi  è nata in amicizia tra loro, tanto che fu la Lega a presentare il nome del Presidente del Consiglio per prima in tempi non sospetti, proprio quando Giancarlo Giorgetti passava più tempo in Germania che a Roma) aveva un piano ben preciso:

  • Governo Draghi e legittimazione Lega in Europa
  • Elezione del Presidente Draghi
  • Automaticamente subito nuove elezioni e vittoria del CDX
  • Matteo Salvini con mandato per comporre il governo

No, non andrà così e sia Salvini e la Lega lo hanno ormai capito. I sondaggi delle segreterie parlano di una Lega a pari con FDI con la differenza che Salvini è in caduta libera e la Meloni in ascesa. La stessa Giorgia Meloni lo ha fatto capire domenica da Lucia Annunziata:

Voterete Mario Draghi alla presidenza della Repubblica?

Vedremo, non abbiamo ancora deciso. Certo è che si andrebbe subito a elezioni se diventasse Presidente.

La risposta  ha una senso ben specifico: se FDI sarà ben sopra la Lega lo voteremo, se saremo ancora appaiati dovremo aspettare di essere ben sopra e quindi potremmo sostenere un altro Presidente. FDI ha dimostrato, ai suoi elettori, che la barra è dritta: si fa quello che si è detto in campagna elettorale, mai con PD e M5S.

Forza Italia: l’incognita

E’ evidente che il partito di Silvio Berlusconi navighi a vista, non ha strategie ma sopravvive stando a circa il 7%. La percentuale dei voti di FI è importantissima per il CDX in quanto senza non è possibile un governo sia per una questione di numeri che del posizionamento troppo sbilanciato a Destra. Il partito è diviso e molti parlamentari sanno di che non saranno rieletti e questo produrrà spostamenti e dinamiche difficili da prevedere e tutto passerà per la legge elettorale.

Maggioritario o proporzionale?

La questione della legge elettorale è fondamentale. Se la legge rimanesse quella in vigore, cioè maggioritaria con una parte del 25% proporzionale il CDX avrebbe senza problemi la maggioranza in parlamento e sarebbe costretto a trovare un accordo per tutti i collegi uninominali. Il Pd anche se alleato con il M5S e altri riuscirebbe a prendere pochi collegi eleggendo veramente pochi rappresentanti. Ma con il proporzionale cambierebbe tutto, i partiti andrebbero al voto mantenendo la propria specificità e in Parlamento si farebbero i conti di come creare un governo. In poche parole: con il Maggioritario è molto probabile che si avrebbe Giorgia Meloni a promuovere un governo, con il proporzionale saremmo nella situazione di oggi: una coalizione di partiti pronti a tutto per sedere sulle poltrone del potere.

Fabrizio Fratus da www.iltalebano.com

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