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Pensieri Talebani- Destra e sinistra? Sì, ma nella società del conflitto (di Fabrizio Fratus)

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Perché ci si definisce di destra nel mondo identitario? Nella suddivisione delle correnti politiche nate dopo la rivoluzione francese, ci si colloca nella parte destra in relazione ai termini culturali, storici e politici e non solo perché avversi alle ideologie di sinistra ma soprattutto perché su posizioni opposte e alternative alle sinistre progressiste, materialiste e antisociali.

Va considerato che la contrapposizione tra destra e sinistra esiste quando la società è divisa e non è una sostanzialmente un sistema di tipo organico. In questo contesto noi siamo di destra, cioè ci identifichiamo in un sistema sociale e politico in contrapposizione su due ben distinti schieramenti. Da una parte la concezione immanente, dialettica e materialista mentre noi ci poniamo in una concezione trascendente e spirituale; la prima ( di sinistra ) ha una visione per cui l’uomo è materia mentre la seconda ( la destra ) vede che l’uomo è anche spirito, ogni essere umano è unico, vera e propria espressione soggettiva in contrapposizione all’ uomo-ingranaggio, all’ uomo-atomo intercambiabile, caro tanto del comunismo quanto al liberalismo materialista. Noi crediamo che l’uomo debba essere inserito in un contesto di società organica in cui l’individuo è inserito nel suo specifico corpo sociale e componendo così la sua missione di tipo sociale.

Questa nostra definizione del perché ci si colloca a destra è specifica e spiega con assoluta forza e specifico schieramento la posizione su ciò che si identifica come uomo, allo stesso modo siamo consapevoli come oggi la sinistra sia la rappresentanza più pura del materialismo sia di tipo comunista come di quello liberal capitalista, due facce della stessa medaglia che ieri come oggi vogliono l’uomo schiavo del denaro e del ricatto.

Siamo anche consapevoli che destra e sinistra non hanno scopo in una società di tipo comunitarista in cui gli uomini e le donne partecipano alla costruzione del benessere sociale, della comunità, in egual modo e in complicità tra loro negando ogni tipo di egoismo individualista, di sfruttamento e di egoismo. 

Nostro nemico è tanto la sinistra internazionalista quanto il nazionalismo giacobino che si configura come un’estensione del nazionalismo democratico, accentuandone il carattere egualitario e l’orientamento repubblicano. Si caratterizza per una forte commistione con forme simboliche e modelli di azione tipici della religione (dando vita a una sorta di “religione laica”), per orientamenti fortemente irrazionali, per un’intolleranza verso gruppi e ideologie identificate come “anti-nazionali” e per un accentuato militarismo (come definito dall’ Accademia di studi storici Aldo Moro).

Fabrizio Fratus

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