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Pensieri Talebani- Alexander Dughin e la sfida comunitarista

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In uno dei recenti articoli apparsi sul nostro sito si è parlato di civiltà stato. Riguardo a questo concetto non possiamo esimerci dal confronto col filosofo e sociologo Alexander Dughin. Esponente di spicco della rivoluzione conservatrice russa definita “rossobrunismo”, è il leader del movimento neoeurasiatista collegato ad una filosofia metapolitica e geopolitica centrata sull’importanza dei grandi spazi come soggetti identitari per un nuovo ordine mondiale multipolarista. La figura di Alexander Dughin è stata al centro di alcuni nostri articoli con Paolo Borgognone che si inseriscono in un crescente interesse leghista per le correnti culturali e spirituali russe e sul ruolo politico di Vladimir Putin come espressione sovranista e identitaria.

Se il comunitarismo mette al centro la comunità nell’accezione aristotelica del termine ripreso dal sociologo Tonnies, non si capisce perché non si debba ragionare con questi criteri riguardo la politica internazionale. Possiamo parlare quindi di geopolitica comunitarista, riprendendo spunti da un convegno di di diversi anni fa che cercò di mettere in relazione piccole patrie e multpolarismo. Recenti sviluppi vengono dall’ ultimo libro di Alexander Dughin “Teoria del mondo multipolare”. Insieme ai testi come “L’ ultima guerra dell’ isola-mondo” e “Putin contro Putin” e in riferimento ai recenti convegni tenuti a Milano e Roma, il pensatore russo affronta il tema del sovranismo e populismo all’interno di una articolata visione del mondo messa a punto con la “Quarta Teoria Politica”. La difesa delle identità dei popoli e delle loro sovranità non può prescindere da una parola chiave: multipolarismo. Essendo l’ Eurasiatismo non solo una rivoluzione conservatrice russa che ragiona su civiltà-stato, ma una visione del mondo rispettosa delle identità e culture dei popoli essa si rivolge anche all’ Europa identitaria per incitarla, col progetto di “Grande Europa”, a muoversi in una direzione di civiltà-stato.

Questo coincide con le elaborazioni portate avanti dal sovranismo leghista di un progetto comunitario per un Europa dei popoli. Non è un caso che Salvini parli di comunità dei popoli europei, riprendendo un tema caro al Talebano. Vincenzo Sofo, coautore del libro “Sovranismo un occasione per l’ Europa”, ha infatti sostenuto che sovranismo non vuol dire sterile nazionalismo ma al contrario la sacrosanta autodeterminazione dei popoli ed è anche il mezzo per portare avanti un a valida alternativa all’ UE vassalla della NATO. La cooperazione tra stati sovrani è un aspetto importante per la costruzione di un’alternativa multipolare fondata su grandi spazi custodi delle civiltà della terra contro la fluidità talassocratica della postmodernità estremo-occidentale.

Quindi la proposta che potremo dare è che il comunitarismo debba essere un paradigma filosofico-politico che ispiri l’analisi e la prassi politica anche sul versante della politica internazionale.

Da www.iltalebano.com

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