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Dall'archivio:

Pedofilia: nessuna attenuante per il 26 enne che molestò quattro bambine in un maneggio del nostro territorio

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Nessuna attenuante per “minore gravità” dei fatti, chiesta dalla Procura, perché le vittime “erano sprovviste di qualsiasi strumento per difendersi o per capire in concreto le richieste dell’imputato” ed erano da lui “intimorite”.

Lo scrive il gup di Milano Ezia Maccora nelle motivazioni della sentenza con cui l’8 aprile scorso ha condannato con rito abbreviato a 5 anni e 4 mesi, a fronte della richiesta di un anno da parte del pm, un 26enne, che lavorava in un maneggio alle porte di Milano, per aver molestato quattro bambine, tra i 5 e i 9 anni, tra il febbraio 2018 e il novembre 2019.

La richiesta di pena così bassa aveva sollevato nei mesi scorsi disappunto e critiche da parte dei genitori e dei loro legali di parte civile, tra cui l’avvocato Solange Marchignoli. Per il giudice non si può “mettere in dubbio quanto affermato dalle giovani persone offese” nelle audizioni protette e “i fatti narrati nel capo di imputazione” per “atti sessuali con minorenni” sono “opera di un disegno ben progettato” dal 26enne, che ha “sistematicamente abusato delle bambine” nel centro ippico nel “locale selleria”. Nessuna “minore gravità dei fatti”, ribadisce il gup, anche perché le vittime erano talmente “piccole” che “il grado di coartazione esercitato su di esse è da considerarsi elevato”. E la stessa età delle bimbe “non era tale da non lasciare traccia dell’accaduto nella loro memoria”.

All’imputato sono state concesse solo le attenuanti generiche per la sua “condizione psicologica”, per il fatto che fosse incensurato e per il “buon comportamento” nel processo. E’ stato “interdetto in perpetuo” da qualsiasi occupazione legata ai minori e ha il divieto di avvicinarsi a luoghi frequentati da minorenni. “Mia figlia non sta ancora bene ed è seguita da due dottoresse”, aveva detto in lacrime una delle mamme dopo il verdetto.

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