― pubblicità ―

Dall'archivio:

Pavia, Pro Vita & Famiglia: i nostri manifesti NON sono fuori legge

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 
PAVIA  «E’ gravissimo e inaccettabile che si arrivi a definire i nostri manifesti come fuori legge. E’ assurdo chiamare in causa una norma inserita nel Codice della strada nel 2020.

Innanzitutto perché la legge è del tutto inapplicabile, poiché mancano i decreti attuativi ministeriali previsti dalla stessa e mai emanati. Pertanto, tali disposizioni non sono invocabili nemmeno in astratto per censurare il messaggio di Pro Vita & Famiglia. Inoltre, e ci teniamo a ribadirlo, i nostri manifesti in nessun caso rientrerebbero in tale norma, poiché non sono né né violenti, né discriminatori, né sessisti, né offensivi. Pubblicando fake news come questa si vuole solo impedire la libertà di pensiero e di espressione non solo nostra ma anche di migliaia di famiglie e genitori italiani». Lo afferma Angelo Mandelli, referente del Circolo Territoriale di Pavia di Pro Vita & Famiglia.

«La teoria gender – continua Mandelli – purtroppo esiste e il nostro dossier con oltre 200 casi di gender “https://app.getresponse.com/click.html?x=a62b&lc=SuCUEs&mc=9K&s=Bt3uxkN&u=hinDd&z=EGAvhLX&” nelle scuole di ogni ordine e grado ne è la prova. Quindi chi pensa, e afferma, che il gender non esista sta diffondendo, lui sì, pericolose falsità. Quanto poi al fatto che i manifesti e le azioni di Pro Vita & Famiglia siano “Putiniani” è una cosa ancora più assurda e falsa. Perfino Papa Francesco, che di certo non è putiniano, ha definito il gender come un errore della mente umana. Ringraziamo il Comune per non avere ceduto alle pressioni e aver bloccato la censura, come invece hanno fatto in modo illegittimo altre amministrazioni, di sinistra, in altri comuni italiani. E ringraziamo anche l’assessore Longo, che sappiamo non essere molto favorevole alle nostre idee, per la sua correttezza e onestà intellettuale e per aver definito il manifesto “libera espressione del pensiero”».

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi