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Passava anche da Albairate il nuovo flusso della droga verso le ‘cosche’ di Trezzano

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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ALBAIRATE TREZZANO – Il traffico di droga è da anni presente nell’est Ticino, con operazioni anti stupefacenti delle forze dell’ordine sempre più frequenti. Ma quello sventato dalla Guardia di Finanza col supporto della Procura della Repubblica di Milano è qualcosa di diverso: agli arresti domiciliari nella sua casa di Trezzano è finito Antonino Guzzardi, che dopo una carcerazione di 30 anni lavorava come operaio al cimitero di Rozzano. Il padre di Antonino, Francesco, fu ucciso davanti a una pizzeria di Cesano Boscone nel 1993.

A Guzzardi inquirenti e finanzieri sono arrivate seguendo le tracce di un 29enne di origini foggiane ma residente in Abruzzo, destinatario della merce, a cui è stato sequestrato un pacco da 300 grammi di cocaina e una pistola con la matricola abrasa. Il secondo è un 55enne di Albairate, il corriere che trasportava la droga. Il terzo come detto un nome noto, Antonino Guzzardi, 63 anni. Tutti e tre sono ai domiciliari, in attesa degli interrogatori di garanzia.

Una storia, quella della famiglia Guzzardi, che si intreccia con la famiglia Ciulla, estensione delle cosche mafiose in Lombardia. I due nuclei sono uniti da rapporti di affari e legami di sangue, siglati dai matrimoni tra famiglie. Considerati temibili e padroni di Trezzano negli anni Settanta, si sono trasferiti da Palermo per allargar e gli affari nella provincia milanese.

Era del resto il  1993 quando la Dda di Milano (con intuizione del procuratore Francesca Marcelli) accende un faro sui traffici di cocaina dal Sud America alle porte di Milano. Tonnellate di polvere bianca nascosta sotto le chiglie delle navi. Tanto che ci vogliono i sub per scoprire dove i narcos piazzavano i panetti comprati dai feroci del cartello colombiano. Le cronache parlano di Antonino Guzzardi come “persona di fiducia”, l’unico in grado di tenere rapporti con i sudamericani e persino coi cartelli colombiani dei trafficanti di droga più temibili del mondo, includendo persino il nome del semi leggendario Pablo Escobar.

Il lascito nefasto dei soggiorni obbligati decisi improvvidamente tra gli anni Sessanta e Settanta a Trezzano, Corsico e Buccinasco continua insomma a produrre arresti, inchieste giudiziarie e intervento delle forze dell’ordine. E l’Abbiatense, come territorio adiacente e di prossimità, non è purtroppo immune dai fiumi di cocaina che viaggiano lungo le rotte del narcotraffico. 

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