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Parabiago: il muro del libero pensiero e…dei rifiuti abbandonati

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PARABIAGO –  Quasi quasi lo si può descrivere come un muro filosofico. Non è dato sapere se coloro che vi hanno apposto scritte sui muri di ambo i lati si siano messi d’accordo. Probabilmente no, ma magari uno ha aperto la scia e gli altri han seguito. Fatto sta che sulle due ali perimetrali murarie di via Fratelli Rosselli campeggiano scritte di ogni genere che contengono anche pillole di saggezza.

Chi trasmette una massima esistenziale che pensa anche al mondo dell’aldilà e ricorda “molti i chiamati pochi gli eletti”. Sullo stesso lato qualcuno, evidentemente appassionato di musica e con una sua personalissima teoria di dove il mondo delle sette note sia andato o stia andando, sentenzia: con Arturo Toscanini muore la musica?”.  E qui ci si potrebbe divertire, avendo un po’ di tempo libero, a capire se la musica sia, per l’estensore del messaggio, defunta dopo Toscanini o con. E l’una e l’altra asserzione avrebbero tutta la loro opinabilità dal momento che in quel nome e in quel cognome è racchiuso uno dei più insigni musicisti e direttori d’orchestra di tutti  i tempi e non solo dell’italico suol.

Poi massime sulle forze dell’ordine, persino una poesia di Salvatore Quasimodo, “Ed è subito sera”, ripetuta parola per parola nel breve ma icastico e intenso verseggio. La pazienza di stare a guardare con un filo di curiosità conduce a vedere poi considerazioni sulle forze dell’ordine definite talora, manco a dirlo, “sbirri”, qualche inno alla guerra civile, qualche considerazione  sparsa sui limiti del liberalismo. Al punto da far pensare che qualcuno abbia deciso di fare diventare quel muro una casa del libero pensiero. Qualcun altro riporta indietro l’orologio del tempo e lo fa con il comune di Villa Cortese definendolo un comune che “domina” e magari vagheggiando un principato villacortesino. Originalità? Si, può essere. Al netto della considerazione scontata per cui i muri sono di tutti e di nessuno e che quindi per veicolare determinati messaggi, pur animati da nobilissime intenzioni, vi siano altri mille strumenti solo che ci si decidesse a bussare alla porta larghissima della tecnologia. Ma se perlomeno alcune  di quelle scritte hanno un tocco di creatività, quest’ultima se la sarebbe potuta risparmiare chi ha deciso di lasciare ai piedi di quel muro dei sacchi dell’immondizia. Perché arte è il riciclo di un rifiuto, l’abbandonarlo nessuno l’ha ancora definita tale.

Cristiano Comelli

 

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