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Paolo Razzano continua l’ascesa: ora coordina gli Enti Locali per il Pd metropolitano

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MAGENTA MILANO – Nel gergo antico si diceva cursus honorum, ossia la serie di incarichi che un uomo politico (ma non solo) ricopriva man mano che la sua carriera, e i suoi uffici, crescevano d’importanza.

E quella di Paolo Razzano, classe 1981, magentino, Liceo svolto nelle aule del Quasimodo, è una carriera in ascesa.

Razzano

Da vicesindaco e mentore della giunta Invernizzi fino al 2017, poi dirigente metropolitano del Pd nella segreteria di Pietro Bussolati, di estrazione cattolico democratica (fece tempo a militare nella Margherita), candidato al proporzionale alle Politiche del marzo 2018, con l’elezione di Silvia Roggiani a neo segretario Dem di Milano e (fu) provincia, Paolo Razzano passa ad assumere l’incarico di tesoriere (lo era già) ma soprattutto di coordinatore degli Enti Locali. Una carica centrale, baricentrica, almeno quando la politica era una cosa seria (ai tempi della Prima Repubblica questa funzione faceva rima con potere, quello vero).

Una carica che lo investirà del ruolo di coordinare, per il Partito Democratico (ovviamente sotto la guida della Roggiani), le 69 campagne elettorali dei Comuni che andranno al voto nel 2019, oltre a quella che impegnerà Beppe Sala a Milano, nel 2021.

Con l’elezione di Bussolati in Regione, Paolo Razzano è asceso di un ulteriore gradino nella nomenklatura Dem. Partito che vive una fase di estrema difficoltà, ma in politica tutto cambia alla velocità della luce. Specie oggi.

Un futuro, quello di Paolo Razzano, sempre più lontano da Magenta e vicino a Milano, passo necessario per chi aspira ad incarichi di rilevanza istituzionale.

E su quali saranno gli indirizzi del Pd  ‘di rito ambrosiano’ ha parlato ieri, molto chiaramente, Silvia Roggiani. “Per questo, a nome del Pd Milano Metropolitana, voglio lanciare un appello programmatico a Roma. Quello che chiediamo è la costruzione di una cabina di regia unitaria che coinvolga tutti i candidati per la preparazione delle elezioni amministrative ed europee, e l’apertura di un tavolo che aggreghi su una piattaforma comune e di programma tutte le forze europeiste, riformiste e progressiste, in vista delle elezioni europee. Non possiamo stare a guardare mentre il governo giallo verde mortifica diritti, mette a rischio la stabilità economica del nostro Paese e minaccia il progetto di un’Europa unita”.

Il dado è tratto, la sfida lanciata. E Razzano in piena  corsa.

F.P.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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