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Paolo Razzano a tutto campo (e senza filtri): dal Pd di Milano sino a Magenta

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MAGENTA – E’ passato 1 anno (abbondante) dalla sconfitta di Marco Invernizzi e del Pd, ma l’ex vicesindaco e leader politico dei 5 anni trascorsi, Paolo Razzano, è ancora ben presente in città (e nell’agone politico).

Fa il pendolare da e per Milano, da dove coordina la segreteria metropolitana del Pd (quindi Milano città e la fu provincia), che si appresta ad essere rinnovata.

Razzano è ormai stabilmente uno dei leader del partito meneghino, e dal suo osservatorio ha parlato con Ticino Notizie di politica (a tutto tondo), di Milano e di Magenta. Di seguito il resoconto della nostra conversazione. A ruota libera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come vedi il Governo Salvini- Di Maio? Vedo un governo a due velocità, Salvini vende (bene) il prodotto e il tema migranti. Credo che sul tema un ottimo lavoro lo ha svolto Marco Minniti, lui (Salvini) concentra molto su quello. Dal punto di vista economico è un disastro. Non è solo un tema di consenso, gli italiani non sono fessi. Ti danno tempo ma poi giudicano..

Che differenze ci sono tra Salvini e Renzi? Mah, si chiamano entrambi Matteo.. Mi pare che Salvini rischi di avere lo stesso difetto, l’effetto notizia: gli sbarchi non si sono mica fermati. Renzi resta un leader, a Salvini riconosco la capacità di stare in mezzo alle persone. Forse è più popolare (e populista), 1 giorno al Viminale e 4 tra le persone.  Renzi si era chiuso in certi circuiti di relazione.

Che errori ha fatto Renzi, alla fine? In quella fase (pre elezioni) avrei valorizzato di più Paolo Gentiloni, forse più adatto al sentiment del momento.

Il Pd quando andrà a congresso? La Dirigenza nazionale è un po’ prudente, serve partecipazione e discussione. Il congresso penso ci sarà prima delle Europee, che sono già fissate per  il 26 maggio 2019. In questa fase non si litiga troppo sulla leadership, e lo cosnidero un bene, mentre noi a Milano stiamo lavorando. Migranti, antifascismo, diritti, ma ci sono anche sicurezza, lavoro ed enti locali: i temi su cui siamo impegnati sono questi. Milano è un punto di riferimento per il Pd, dove il partito è forte e dotato di una buona classe dirigente.

Beppe Sala è un leader nazionale? Di certo è una persona che sa parlare all’elettorato, oggi sta facendo molto bene. Anche sulle Olimpiadi.

E il Pd  a Milano? Cosa farà? Dovremmo andare a congresso entro l’anno, fino a quel momento sarò il reggente..

E tu cosa farai dopo? Il tema di cosa farò io è secondario, abbiamo lavorato per 5 anni come una squadra, quindi molto bene. A me piacerebbe proseguisse questo gruppo, che si autoalimenta. 

Chi sono i candidati alla segreteria? Non ci sono candidati al momento. Dopo l’estate emergeranno le candidature.

 

 

 

 

 

 

 

 

La Giunta Fontana? Vedo un presidente molto dialogante e una giunta ferma, forse perché non c’è Del Gobbo..

Trenord, sanità…  Sono questi i temi caldi? I treni sono un vero problema, l’altra sera ho preso un treno con 65 minuti di ritardo. Al momento non si riesce ad affrontare il tema.

Elezioni, come sono andate quelle di giugno per il Pd? Abbiamo rimediato colpi duri; Cinisello e Bresso, abbiamo tenuto Gorgonzola ed Arese. A livello lombardo e territoriale abbiamo una buona classe dirigente, ma gli elettori sono stati influenzati dall’andamento nazionale. Rafforzeremo il rapporto tra Comune ed hinterland, anche se le debolezze della Città Metropolitana le conosciamo.

Il prezzo pagato dal Pd il 4 marzo è stato alto? Eccessivo, forse, ma c’è un vento europeo  molto chiaro.

1 anno di giunta Calati. Male, molto male. Senza Gelli sarebbero già a casa. Continuano a fare fatica: vorrei chiedere al sindaco cosa pensa di aver fatto di importante. Il sindaco dice che non abbiamo mai collaborato con Confcommercio, ma è falso. Sulla sicurezza la situazione mi pare invariata, sull’urbanistica aspettiamo le scelte. Quanto alla macchina comunale, i problemi ce li hanno tutti: tutto quello  che succede pare sia colpa degli uffici; alla giunta riconosco di saper stare in mezzo alle persone, ma non basta. Il caso Bit la dice lunga sull’isolamento.. Su Saffa e Novaceta  non c’è un pensiero, su Novaceta eravamo vicinissimi ad un accordo positivo per la città, ma del resto manca un dirigente tecnico da 1 anno (Paola Ferri è stata nominata l’1 agosto, nda, l’intervista è di qualche giorno fa). Vedo un’Amministrazione ferma, la città per fortuna è sempre molto dinamica.

E poi? Il Tavolo Competitività viene presentato in modo roboante dopo 1 anno.. C’è qualcosa che non va. Il sindaco secondo me sta facendo l’errore di NON ascoltare Luca Del Gobbo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E Invernizzi? Invernizzi è stato criticato, ma almeno aveva un piano culturale. Quali sono le novità dell’assessore alla Cultura? Sulla scuola Giacobbe il problema c’è sempre stato, ma l’edificio non è inagibile. Il problema si trascina dagli anni Novanta, Del Gobbo qualche risorsa l’ha messa, però non capisco perché non si faccia lo sforzo per chiedere fondi a Regione, fondazioni e banche. La possibilità c’è. Si potevano accedere al mercato dei mutui, Inveruno ha appena ricevuto 13 milioni per il settore scuola. Chiaramente anche noi abbiamo avuto le nostre colpe.

Come va l’edilizia? Se gli oneri entrano, e si possono fare interventi, è ora di progettare.

Il ruolo del Pd all’opposizione? I consiglieri credo stiano lavorando bene, opposizione intransigente ma anche propositiva. L’opposizione incalzante va bene.

Come va Silvia Minardi in opposizione? Molto brava, anzi direi bravissima (…)

Cosa manca in città? Mi piacerebbe ci fosse più dibattito pubblico, esprimere un pensiero non significa andare contro qualcuno.

Una cosa che avreste voluto fare e non avete fatto. I 500 posti auto della stazione, il rifacimento delle vie Garibaldi e via Turati.

Il cantiere senza fine di via Crivelli? Un problema di uffici, appare chiaro. Il settore tecnico è in sofferenza.

Giudizio finale sulla giunta Calati? I selfie non bastano, come del resto non bastavano i filosofi.

Fabrizio Provera

 

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