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Operazione “Black Box”, furti ai bancomat: la banda di hackers moldavi ha colpito anche a Santo Stefano e Rescaldina

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SEDRIANO – Avevano colpito anche al Bancomat della BPM di Santo Stefano Ticino l’8 novembre 2020 e a Rescaldina il 30 settembre, sempre al bancomat BPM i cittadini moldavi, di età compresa tra i 23 ed i 39 anni, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati ai danni di sportelli bancomat ATM, con la tecnica cosiddetta “Black Box”.

Il modus operandi era sempre lo stesso. I malviventi dopo aver estratto – mediante effrazione – il pannello della luce di cortesia (per i postamat) o aver creato un foro nella parte laterale della tastiera (per gli ATM degli istituti di credito) ed aver avuto accesso al multicavo seriale, collegavano un device (verosimilmente un notebook) ad un router esterno (c.d. saponetta) consentendo così ad un team di hackers, probabilmente sempre dell’est Europa, di inoculare da remoto un malware capace di acquisire rapidamente i privilegi di amministratore del sistema operativo dell’ATM e quindi di lanciare il comando di erogazione delle banconote.

L’indagine, avviata dal Nucleo Investigativo di Monza nello scorso mese di settembre e portata avanti con mirate attività di pedinamento, appostamenti ed attività tecniche, ha consentito di documentare l’esistenza di un’organizzazione criminale molto attiva in Lombardia. I numerosi attacchi informatici ai danni di sportelli bancomat, vedevano il culmine nell’“accreditarsi” come “amministratore di sistema” per poi ottenere l’erogazione di tutto il contante dagli ATM colpiti.

 

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